Da ex candidato alla Casa Bianca a senatore, posizione per la quale giurerà domani, Mitt Romney scioglie (di nuovo) le riserve su Donald Trump, dando la sensazione di poter prendere quello che fu il ruolo di John McCain all'interno del Partito repubblicano e, come l'ex marine, non le manda a dire all'attuale presidente americano: “La presidenza Trump ha avuto un crollo profondo a dicembre. Le dimissioni del capo del Pentagono Jim Mattis e del capo dello staff della Casa Bianca John Kelly, la nomina di alti dirigenti di minore esperienza, l'abbandono degli alleati che hanno combattuto con noi e la sconsiderata affermazione del presidente secondo cui l'America è stata a lungo un'idiota negli affari del mondo, ha confermato il crollo della sua presidenza”. Un attacco duro, che rimette sul piatto due addii pesanti e la bagarre dell'inquilino della Casa Bianca con la Federal Reserve, da lui considerata il principale probelma finanziario degli Stati Uniti.
Nel mirino di Romney c'è l'ultimo mese di presidenza ma, in realtà, le sue posizioni sono una somma dei due anni di amministrazione Trump, al termine dei quali l'ex candidato del Gop alla Casa Bianca definisce il Tycoon una persona inadatta a ricoprire questo ruolo: “La condotta di Trump negli ultimi due anni, in particolare le sue azioni in questo mese, sono la prova che il presidente non è stato all'altezza dell'incarico. Un presidente deve unirci e ispirarci per seguire i nostri 'angeli migliori', deve dimostrare le qualità essenziali dell'onestà e dell'integrità ed elevare il discorso nazionale con buone maniere e rispetto reciproco”. Per Romney, invece, le carenze principali si riscontrano proprio nel campo della leadership presidenziale e del carattere: “Il mondo sta guardando un' America che ha perso autorevolezza e che per riguadagnarla deve sanare i fallimenti della politica interna, ad esempio promuovendo politiche che ci rafforzino piuttosto che il tribalismo, sfruttando paura e risentimento”.
Una posizione piuttosto ambigua quella di Mitt Romney, ex candidato alla presidenza degli Stati Uniti per i Repubblicani nel 2012 (nel 2008 fu sconfitto alle primarie proprio da McCain) e neoeletto al Senato, posizione per la quale ha peraltro ringraziato pubblicamente Donald Trump per il supporto. Posizione in antitesi rispetto al 2016 quando, pubblicamente, Romney si dichiarò contrario alla candidatura del Tycoon, manifestando addirittura l'intenzione di sostenere l'ultraconservatore Ted Cruz. L'attacco arriva nel giorno in cui il presidente ha riunito i leader del Congresso nel tentativo di archiviare lo shutdown amministrativo arrivato nei giorni scorsi.
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