Il premier iracheno al Abadi, a New York per l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, ha lanciato l’allarme: alcune cellule dell’Isis stanno complottando attacchi a Stati Uniti e Francia e tra gli obiettivi ci sarebbero in particolare le stazioni della metro. Nel mirino dello Stato Islamico, oltre agli Usa, ci sarebbe in particolare la linea della metropolitana di Parigi. Il premier ha parlato di “attacchi imminenti” e ha assicurato come i governi francese e americano siano stati allertati.
Il premier iracheno ha quindi spiegato di essere stato avvertito della minaccia nelle ultime ore da Baghdad. “I piani – ha aggiunto – sarebbero stati scoperti ma non ancora fermati”. Ma a Washington le sue rivelazioni vengono smentite: “Non ci sono conferme di minacce terroristiche come quelle denunciate dal al Abadi. Gli Usa stanno comunque verificando queste informazioni”, ha afferma la portavoce del Consiglio nazionale della Casa Bianca, Caitlin Hayden.
All’Assemblea dell’Onu è intervenuto anche il presidente iraniano Hassan Rohani: “Vengo da una parte del mondo che brucia tra le fiamme dell’estremismo – ha detto – L’anti-occidentalismo di oggi ha radici nel colonialismo di ieri ed è una reazione al razzismo”. Rohani ha poi denunciato la “strategia sbagliata” dell’Occidente in Medioriente parlando anche di “ingerenze non appropriate in Siria”, citando anche le “aggressioni militari in Iraq e Afghanistan” come fattori di questa strategia errata.
Il leader iraniano ha poi sottolineato come “da est a ovest, gli estremisti minacciano i nostri quartieri ricorrendo al sangue e alla violenza”. “Non parlano un’unica lingua, non sono di un unico colore né di un’unica nazionalità, ma sono arrivati in Medio Oriente da tutto il mondo”. I gruppi come l’Isis hanno “un’unica ideologia, che è la violenza e l’estremismo” e “hanno un unico obiettivo, ossia la distruzione della civiltà”. “Sono stupito che questo gruppo di assassini chiamino se stessi ‘islamici'”, ha aggiunto il leader di Teheran.
Le sanzioni contro l’Iran sono un “grave errore” e la questione del nucleare iraniano “può essere risolta solo con i negoziati”, ha aggiunto sottolineando come “un accordo sul nucleare può servire come inizio di una collaborazione multilaterale”.
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