Ancora sangue scorre in Nigeria. A Mandarari, nel nord-est del Paese, tre donne hanno compiuto due attentati suicida uccidendo ventisette persone in totale e ferendone ottantatré. È accaduto nella giornata di ieri, 15 agosto.
Una prima attentatrice si è fatta esplodere nel mercato del paese, che si trova a 25 chilometri dalla città di Maiduguri (fino a pochi mesi fa roccaforte di Boko Haram), le altre due in un vicino campo profughi.
L’attacco non è stato rivendicato, ma l’indice è puntato verso Boko Haram: le autorità presumono che le tre attentatrici siano state rapite dall’organizzazione islamista proprio per far loro compiere azioni da kamikaze.
Sono circa 2,7 milioni le persone che negli ultimi venti anni in Nigeria hanno dovuto abbandonare le proprie cause per via delle violenze compiute da Boko Haram e degli scontri tra l’organizzazione terroristica e l’esercito nigeriano. Nel 2016 gli islamisti erano stati molto indeboliti, ma dallo scorso giugno è iniziata una nuova serie di attacchi in cui sono morte 143 persone prima degli attentati di ieri.
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