Netanyahu: “Continueremo a difenderci”

E'stata una giornata di altissima tensione in Medio Oriente, dopo l'escalation di violenza scatenata dall'incursione di un drone iraniano in direzione di Israele, abbattuto dall'aviazione israeliana. Al termine del consiglio di sicurezza al Ministero della Difesa di Tel Aviv, organizzato stamane per monitorare la situazione al confine con la Siria, da dove è partito il drone e dove sono stati colpiti obiettivi militari, il premier israeliano Benyamin Netanyahu ha spiegato che “l’Iran ha violato la nostra sovranità”, sottolineando che “è nostro diritto-dovere difenderci e continueremo a farlo”. Il leader israeliano ha aggiunto che il suo Paese “desidera la pace ma sapremo difenderci con determinazione di fronte ad ogni tentativo dell’Iran di mettere basi in Siria e altrove”. In mattinata, un F16 di Gerusalemme era stato abbattuto dalla contraerea siriana, precipitando nei pressi del villaggio di Harduf: i due piloti a bordo si erano salvati lanciandosi con il paracadute ma uno dei due aveva riportato ferite molto gravi.

Usa: “Condividiamo preoccupazioni di Israele”

Un portavoce del Pentagono, parlando del momento di crisi in Medio Oriente, ha spiegato che gli Stati Uniti difendono “pienamente il diritto intrinseco di Israele a difendersi dalle minacce al suo territorio e al suo popolo… Condividiamo le preoccupazioni di molti nella regione sulle attività destabilizzanti dell’Iran che minacciano la pace internazionale e la sicurezza e cerchiamo una più grande risolutezza internazionale nel contrastare le attività maligne dell’Iran”. Il premier Netanyahu, da parte sua, ha fatto sapere di aver sentito telefonicamente il presidente russo, Vladimir Putin e il segretario di Stato degli Usa, Rex Tillerson. Anche il generale Ronen Manelis, portavoce dell'esercito israeliano, ha spiegato che quello odierno è stato un “grave attacco iraniano in territorio israeliano”.

Abbattuto elicottero turco

E il momento di tensione non si è arrestato al confine fra Siria e Israele: un elicottero turco, infatti, è stato abbattuto nella zona di Hatay, al confine fra Turchia e la stessa Siria. A denunciare l'accaduto è stato lo stesso Erdogan, in dichiarazioni riprese da numerosi servizi televisivi: il presidente turco ha sottolineato che i responsabili dell'azione, durante la quale sono morti due militari turchi (come riportato dal primo ministro Binali Yildrim), “pagheranno un prezzo molto alto”. L'episodio potrebbe essere connesso all'operazione “Ramo d'ulivo”, in corso nella regione-enclave curda di Afrin, nella Siria nord-occidentale: le azioni in quest'area geografica sono portate avanti dalle forze armate turche e dai ribelli siriani alleati.