“Nervino nascosto in una valigia”

Il gas nervino usato per avvelenare Serghei Skripal e sua figlia Yulia era nascosto nella valigia di quest'ultima. Lo sostengono le agenzie d'intelligence britanniche citate dal Daily Telegraph, che indica fonti di alto livello.

Indagine

Gli investigatori stanno lavorando sulla teoria che la tossina Novichok sia stata usata per impregnare un indumento, un cosmetico o un regalo dato alla giovane russa prima della sua partenza da Mosca per la Gran Bretagna. Una volta aperta la valigia nella casa del padre a Salisbury, il gas nervino li ha contaminati entrambi.

Spy story

Quella legata all'attentato contro l'ex agente del Kgb (doppiogiochista a favore di Londra) è una spy story che in breve tempo si è spostata sul piano diplomatico, incrinando, forse irrimediabilmente, i già fragili rapporti fra Occidente e Mosca. L'ambasciatore russo a Londra Alexandr Yakovenko ha definito le relazioni con il Regno Unito una “grande partita a scacchi, che giocheremo”. Il diplomatico ha parlato di una “campagna contro Mosca che, seppure bene organizzata, ha delle incogruenze”. 

Alleati

La linea dura adottata da Theresa May ha trovato la sponda di Germania, Francia e Stati Uniti. I partner, in una dichiarazione congiunta, hanno promesso di allinearsi al Regno anche sul fronte delle sanzioni concrete, non senza ingiungere alla Russia di “fornire all'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (Opac) una piena e completa informazione sul programma novichok”. May ha esaltato il “successo diplomatico” di queste ore. In visita a Salisbury, dove prova a rassicurare la cittadinanza, ha parlato di “fronte comune” fra gli alleati contro Mosca, sul caso Skripal come su altre “azioni e interferenze“, citando inoltre una piena unità d'intenti con quell'Ue che Londra si appresta a lasciare, ma soprattutto con la Nato. La quale ultima si dichiara toto corde solidale, per bocca del segretario generale, Jens Stoltenberg, pur dicendo “no” a una nuova Guerra Fredda. La quale è stata, invece, rispolverata invece dal rampante ministro della Difesa britannico, Gavin Williamson, super falco del momento accanto a Boris Johnson, che ha evocato addirittura una temperatura “gelida”, annunciando un nuovo centro nazionale per la guerra chimica e chiedendo più spese militari.