Erano in mare dal 22 dicembre. Dopo undici giorni finisce la traversata nel Mediterraneo di 32 persone. La nave Sea Watch 3 – che li aveva soccorsi a largo della Libia – ha avuto il via libera del governo maltese per sbarcare nelle acque nazionali e ricevere assistenza.
Secondo quando riferiscono gli uomini dell'equipaggio, infatti, le condizioni di salute dei migranti erano ormai al limite. Sul proprio profilo Twitter, l'organizzazione ha scritto: “Nessuno potrà dire che non lo sapeva: a causa della lunga permanenza a bordo con cattive condizioni meteo, molti degli ospiti soffrono di forte mal di mare. Per una persona malnutrita e indebolita, la conseguente disidratazione può mettere a repentaglio la sua condizione”. Le autorità maltesi, spaventate dal mare alto, hanno concesso l'attracco ma non lo sbarco su terraferma. La ong aveva avvisato nei giorni scorsi di non essere in grado di poter accogliere per un periodo di tempo troppo lungo i migranti. Una situazione simile si vive su una seconda nave di un'altra organizzazione, la Sea-Eye che ha a bordo 17 persone soccorso su un peschereccio in avaria.
La Valletta ha accolto la richiesta d'aiuto dopo l'appello lanciato dall'equipaggio della nave tedesca: “Dato che non abbiamo la possibilità di approdare in un porto, vi preghiamo di accoglierci almeno nelle vostre acque territoriali, per stabilizzare la situazione a bordo e darci assistenza”. E così è stato. Il sovraffollamento sull'imbarcazione aveva fatto aumentare il rischio della diffusione di malattie a bordo. Nei giorni, scorsi la Sea Watch aveva anche pubblicato la lista dei governi europei che avrebbero negato l'aiuto richiesto: Malta, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Germania, Ue.
L'appello di Martina
Il segretario del Pd, Maurizio Martina, aveva invitato l'esecutivo gialloverde a prestare soccorso ai migranti in difficoltà: “Ci sono 49 persone lasciate in mezzo al mare da 11 giorni – aveva scritto l'esponente dem – Il governo non può voltarsi dall’altra parte ancora una volta. Li soccorra subito”.
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