La stretta sull'immigrazione voluta da Viktor Orban entra fra i principi costituzionali dell'Ungheria. Con 160 voti a favore e 18 contrari, il Parlamento di Budapest ha approvato una serie di emendamenti alla Carta fondamentale che pongono invalicabili paletti all'accoglienza.
In particolare, nessun cittadino straniero può insediarsi in Ungheria e coloro che sono arrivati nel Paese dell'Europa orientale attraverso una nazione dove non sono sottoposti a persecuzione o minaccia dirette non possono chiedere asilo. Praticamente si va a colpire tutti coloro che arrivano da Asia e Medio Oriente via terra, passando dalla Serbia. Inoltre, si prevede una condanna fino a un anno di carcere per chi aiuta i migranti, compresi rifugiati e richiedenti asilo. Ugualmente presente nella legge, un emendamento contro il sistema di redistribuzione europeo dei migranti in base alle quote. Il pacchetto di leggi, denominate “Stop Soros” dal nome del tycoon di origini magiare George Soros, sono state promosse da Orban, capofila dei falchi europei che preme per la linea dura contro i migranti.
La riforma della costituzione è stata criticata dall'Unicef che si dice “fortemente preoccupato dall'adozione del Parlamento ungherese di una normativa che renderebbe illegale per le organizzazioni e gli individui, fornire supporto di base e protezione ai bambini rifugiati e migranti e alle loro famiglie”. Secondo Afshan Khan – direttore regionale per l'Europa e l'Asia centrale e coordinatore speciale per la risposta ai rifugiati e migranti in Europa – limitare il ruolo della società civile “causerebbe ulteriori sofferenze a bambini che sono già stati costretti a lasciare le loro case, spesso con viaggi traumatici, e perpetuerà pericolosi pregiudizi legati a razzismo e discriminazione”. L'agenzia delle Nazioni unite ricorda che l'anno scorso, 1.580 minori hanno chiesto asilo in Ungheria, e la cifra rappresenta meno dell'1% dei bambini richiedenti asilo registrati in Europa. Da qui la richiesta dell'Unicef al governo ungherese di “rimanere fermo nel suo impegno di proteggere i diritti di tutti i bambini, in quanto parte della Convenzione dei diritti dell'infanzia e dell'adolescenza e la sua adesione all'Unione europea e alle leggi internazionali”.
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