Saranno 8 milioni i cubani che si recheranno al voto per le ultime elezioni dell'era Castro. Nello specifico quella di Raul, fratello minore di Fidel e destinatario dell'eredità politica del Lider Maximo ormai da dieci anni. Dalle urne usciranno i nomi dei 605 deputati dell'Assemblea nazionale, in quello che sarà il primo step per l'elezione del nuovo presidente dell'isola di Cuba che, per la prima volta dal 1976, non porterà il nome della famiglia Castro dal momento che l'uscente Raul ha già annunciato che non si candiderà alla prossima tornata elettorale. A Cuba non ci saranno campagne elettorali: il Partito comunista cubano è l'unico ammesso in questo Paese e, come spiegato dall'attuale presidente, “i partiti politici non partecipano, le campagne non sono finanziate, la nomina dei candidati si basa sul merito, le capacità e l'impegno della gente”.
Il processo per arrivare all'elezione dell'uomo che rimpiazzerà Raul alla guida del Paese non si concluderà con il voto del prossimo 11 marzo: dal listone unico di candidati verranno premiati coloro che otterranno il 50% dei voti e, da quel momento, la palla passerà all'Assemblea nazionale, la quale avarà l'incombenza di eleggere il Capo di Stato. Una figura cruciale poiché sarà proprio quest'ultimo a decretare chi sarà il nuovo presidente. Va da sé che, in un contesto nel quale non vi sono né comizi né campagne elettorali, è alquanto complicato tracciare l'identikit di un papabile alla poltrona che, dal 1976, è a esclusivo appannaggio della famiglia dell'ex Lider Maximo, scomparso nel 2016 ma ritiratosi dall'attività politica già dal 2008. Come sottolineato dal quotidiano 'Granma', “nessuno scambia promesse contro voti, né esalta le sue capacità di ottenere sostenitori… Questo è il volto vero ed eccezionale di ciò che chiamiamo con orgoglio la democrazia socialista “.
Fra le figure più accreditate, almeno secondo le vaghe proiezioni possibili, c'è il 58enne Miguel Diaz-Canel, attuale primo vicepresidente del Consiglio di Stato e del Consiglio dei ministri, circostanze che rendono il politico a tutti gli effetti il numero due di Raul. Le attese degli analisti si concentrano quasi univocamente su di lui, vista la sua importanza strategica all'interno del governo Castro. A ogni modo, la tornata elettorale cubana sarà certamente di carattere storico in quanto al termine dello spoglio, quella eletta sarebbe la prima classe dirigente a non aver partecipato alla Rivoluzione del 1959 (lo stesso Diaz-Canel è nato solo nel 1960) e, inoltre, nell'elenco dei futuri membri dell'Assemblea nazionale oltre la metà dei candidati, 322, saranno donne. Altro traguardo certamente di rilievo per lo Stato cubano.
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