L’Ebola fa paura: stop a 35 atleti africani alla maratona di Podgorica

Nonostante le rincuoranti notizie provenienti dagli States delle guarigioni dell’infermiera e del cameraman della Nbc di questi giorni, l’Ebola continua a fare paura. Ne sono la prova i casi di pregiudizio nei confronti di cittadini africani che nascono un po’ in tutta Europa. È il caso del Montenegro, piccolo Stato dell’altra sponda dell’Adriatico. A causa della paura di un possibile contagio, è stato vietato a 35 atleti africani di partecipare alla 21esima maratona annuale in programma il 26 ottobre a Podgorica, capitale montenegrina. Gli atleti, provenienti da varie parti del continente nero, non hanno ottenuto il visto d’ingresso nel Paese. Alla gara, come hanno reso noto gli organizzatori, prenderanno parte invece 15 atleti di Etiopia e Kenya che vivono in Europa, ma su di loro – assicurano gli organizzatori – verranno tuttavia effettuati test medici supplementari.

Procede l’avanzata del virus in Africa occidentale. A fare da vettore sono principalmente gli spostamenti di persone provenienti da Paesi con presenza di Ebola. Il primo caso di contagio in Mali riguarda una bambina di 2 anni arrivata ieri dal vicino Stato della Guinea. Lo ha annunciato il ministero della Sanità del Mali, spiegando che tutte le persone entrate in contatto con la bimba- risultata positiva al test – sono state messe in quarantena.

Sempre dalla Guinea era di ritorno il primo contagiato di New York, una delle metropoli più densamente popolate al mondo. Craig Spencer, medico 33enne del New York Presybterian, l’ospedale affiliato alla Columbia University, è rimasto contagiato al rientro dall’Africa, dopo una missione con l’organizzazione umanitaria Doctors Without Borders. Craig Spencer aveva lasciato 10 giorni fa la Guinea e due giorni fa aveva cominciato ad accusare malessere e stanchezza. È stato ricoverato d’urgenza giovedì mattina al Bellevue Hospital, il centro sanitario di Midtown Manhattan attrezzato per ricevere pazienti altamente contagiosi. A New York è in arrivo il team d’azione rapida del Center for Desease Control and Prevention (Cdc) per fronteggiare la possibile emergenza. “Dallas non era preparata, noi siamo pronti”, ha detto il governatore Andrew Cuomo, mentre il sindaco della Big Apple Bill De Blasio ha assicurato che non c’è motivo di allarme.