“Abbiamo avuto una campagna elettorale agitata, piena di emotività. Ora è il momento di ricucire e di medicare la società israeliana”. Sono le parole del presidente Reuven Rivlin all’apertura delle consultazioni per formare il nuovo esecutivo dopo la vittoria del Likud lo scorso 17 marzo.
Netanyahu nell’arco di pochi giorni ha promesso al popolo la costruzione di migliaia di case per i coloni a Gerusalemme Est, chiudendo le porte ai palestinesi e suscitando la rabbia degli arabi israeliani e dell’Anp che tra poche settimane si rivolgerà alla Corte Penale Internazionale per tentare di fare condannare Israele per crimini di guerra. Anche da parte di Barack Obama non sono mancati cenni di disapprovazione verso il premier di Tel Aviv. Netanyahu ha poi ha ammorbidito le sue posizioni: “Non voglio una soluzione con uno Stato – ha detto – voglio una soluzione con due Stati pacifica e sostenibile, ma per questo le circostanze devono cambiare”.
Per quest motivo il presidente Rivlin, prima di incontrare i leader del Knesset ha sottolineato l’importanza di trovare un punto di equilibrio: “Il nuovo governo dovrà fare riferimento agli ebrei come agli arabi, alla destra come alla sinistra, al centro e periferie”. A partire da oggi quindi sono in corso i lavori al Parlamento monocamerale per indicare il nome del futuro premier.
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