Stanno bene e non hanno alcuna intenzione di tornare a casa le tre ragazze britanniche di 15-16 anni che hanno lasciato le loro famiglie a Londra per potersi unire allo Stato Islamico. Secondo quanto riferito dall’emittente Itv, una delle giovani avrebbe chiamato i suoi genitori nel Regno Unito per rassicurarli e dire loro che sono arrivate sane e salve ma non è nei loro progetti rientrare in patria. Le due compagna invece avrebbero contattato le famiglie tramite internet.
Partite dall’aeroporto londinese di Gatwick lo scorso 17 febbraio, le ragazze sono passate dalla Turchia per poi raggiungere il confine siriano. Atterrate ad Istanbul si sono spostate alla stazione di pullman di Bayrampasa per arrivare a sud del Paese non lontano dalla frontiera. La fuga di Kadiza, Amira e Shamima, che a Londra frequentavano la Bethnal Green Academy, ha sollevato non poche polemiche. I servizi turchi per esempio hanno accusato gli inglesi di incompetenza sostenendo che con una migliore comunicazione non sarebbero arrivate fino all’Isis. In altre occasioni la partenza delle tre adolescenti britanniche ha acceso il dibattito sui foreign fighter e sul fenomeno delle donne che si uniscono alla formazione dello Stato Islamico.
A riguardo l’Institute for Strategic Dialogue and the International Center for the Study of Radicalization del King’s College di Londra ha dichiarato che la tesi secondo cui le ragazze si recano in Siria solo per divenire “spose della jihad” nel territorio dell’Isis è semplicistica in quanto “loro si vedono come pellegrini che si imbarcano nella missione di trasformare la regione in un’utopia islamica”.
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