Oltre a quello causato ormai da lunghi mesi dall’Isis, ora il terrore che abbranca gli abitanti di Raqqa è anche di carattere sanitario. Medici senza frontiere e l’ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) riferiscono che la popolazione non ha accesso all’assistenza sanitaria ed è a rischio di epidemie.
“I pazienti ci hanno raccontato di molte persone ammalate e ferite che sono intrappolate a Raqqa con poca o nessuna assistenza sanitaria e poche chance di scappare dalla città“, ha dichiarato Vanessa Cramond, coordinatrice di Msf per la Turchia e il nord della Siria.
L’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari avverte che “le condizioni di salute stanno rapidamente peggiorando, ci sono persone a rischio di epidemie come il colera e l’epatite. Si stima che siano tra le ventimila e le cinquantamila le persone rimaste intrappolate”.
Anche l’Unicef lancia l’allarme, parlando di “un vero inferno”. I bambini e le famiglie che sono riusciti a fuggire nei campi di accoglienza “senza aver bevuto e mangiato per giorni, esausti, sconvolti e disidratati a causa delle alte temperature — spiega Andrea Iacomini, portavoce di Unicef Italia — raccontano di strade piene di mine e di cecchini, di aver assistito all’uccisione dei loro parenti e a scene di rara crudeltà e violenza”.
Sono inoltre “saltati i servizi sanitari di base, l’ospedale pubblico non è agibile, restano solo alcune strutture private che funzionano solo parzialmente, un quadro davvero devastante e in via di peggioramento“.
Luci di speranza sembrano giungere da sud. Il bollettino militare siriano, citato dall’agenzia governativa Sana, ha riferito che le forze governative, appoggiate da Iran e Russia, avanzano a sud di Raqqa e in direzione di Dayr az Zor, ultimo bastione urbano dell’Isis nella Siria orientale.
Nei giorni scorsi il sito Globalresearch.ca ha riferito che combattenti appartenenti gruppi tribali locali, chiamati Euphrates Haws, si sono uniti alle forze governative per avanzare nella località di Sukhna, porta d’ingresso a Dayr az Zor.
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