Al via in Siria nuove indagini da parte degli ispettori internazionali per le armi chimiche. Le verifiche scattano in seguito alla denuncia di alcune Ong e dopo che i test di laboratorio realizzati per conto di The Times hanno rivelato che l’esercito fedele al presidente Bashar al Assad continua ad utilizzare ordigni al cloro e “quasi certamente” del cianuro contro la popolazione civile.
La notizia arriva a quasi due anni dal patto con il regime siriano per la distruzione delle armi chimiche di cui, comunque, Assad ha sempre negato l’utilizzo. Il giornale britannico riferisce che l’analisi di campioni di terra prelevata nelle zone dove vengono sganciati i barili-bomba, hanno rivelato tracce di cloro e altre sostanze proibite.
I ‘barili-bomba’ sono di fatto degli ordigni improvvisati in cui all’interno di un contenitore di acciaio si mescolano esplosivo e gas letali. Una volta chiusi vengono poi sganciati da elicotteri sugli obiettivi da colpire. Dal rapporto diffuso martedì da Human Rights Watch arriva una conferma a riguardo e viene aggiunto che con molta probabilità gli attacchi sono avvenuti tra il 16 e il 31 marzo, periodo durante il quale hanno perso la vita oltre duecento persone.
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