IL RITORNO DI AL BAGHDADI E IL MESSAGGIO AI SEGUACI: “L’ISLAM E’ UNA RELIGIONE DI GUERRA”

Al Baghdadi, il leader numero uno del sedicente Stato Islamico, è tornato con un messaggio di propaganda per i suoi uomini. Di lui nelle ultime settimane si è abbondantemente parlato sui giornali di tutto il mondo e le sue condizioni di salute non sono ancora chiare. Furqan media, la piattaforma ufficiale del gruppo terroristico, ha pubblicato l’audio di Baghdadi che fonti occidentali vorrebbero “gravemente ferito”. La notizia trovava conferma nella decisione del Consiglio della Shura di eleggere come sostituto pro-tempore Al-Afri, il quale però nei giorni scorsi è stato ucciso dai missili della coalizione internazionale mentre si trovava in una moschea di Tal Afar. Questo è quanto annunciato dal ministero della Difesa di Baghdad.

Il 21 aprile il quotidiano britannico The Guardian pubblica lo scoop sul leader dell’Isis che sarebbe rimasto coinvolto in raid il 18 marzo scorso riportando seri danni alla spina dorsale che gli avrebbero impedito di guidare il gruppo. Pochi giorni dopo poi la Difesa statunitense aveva ridimensionato la notizia, confermando il raid aereo nella zona indicato dal Guardian ma spigando che non era mirato ad un obiettivo di alto valore. Per questo motivo, ha aggiunto il portavoce Steven Warren, “non abbiamo motivo di ritenere che ci fosse al Baghdadi e al momento – ha concluso- non ci sono aggiornamenti sul suo status”.

“March Forth Whether Light or Heavy” è il titolo dell’audio pubblicato oggi da Furqan media che dimostrerebbe come il leader dell’Isis, a prescindere dalle sue condizione fisiche, abbia la lucidità di guidare ancora lo Stato Islamico. Nel suo messaggio il califfo ricorda come l’Islam sia “una religione di guerra”, poi alcune parole ai suoi seguaci: “Raccomando ai leoni del Califfato a Raqqa, Mosul, Aleppo e agli eroi dell’Islam: siate pazienti, determinati e cauti perché i nemici di Allah si stanno mobilitando, crescono, e minacciano la nostra gente”. Nella registrazione al Baghdadi accenna ai principali teatri d’azione dell’Isis, dallo Yemen alla Libia passando per Iraq e Siria, e inviando minacce ai “crociati” e agli ebrei. L’audio è accompagnato da traduzioni di testo in inglese, russo, turco, francese e tedesco. Nel mirino anche l’Arabia Saudita “dove sono i jet di chi governa la Penisola arabica contro gli ebrei” che profanano il Profeta, come sottolinea la voce attribuita al Califfo.