Exit-poll in Portogallo: Costa verso il bis

C'on solo vittoria ma anche un buon margine di voti in più rispetto a quattro anni fa: dicono questo gli exit-poll del voto in Portogallo, dove il premier uscente Antonio Costa dovrebbe portare a casa la vittoria alle urne, in una giornata di votazioni che, probabilmente, non raggiungerà nemmeno il 50% in termini di partecipazione. Niente di grave per Costa, che secondo i parziali viaggia tra il 34,5% e il 38%, numeri che consentirebbero largamente la riconferma (incrementando i consensi rispetto al 32% del 2015) ma costringerebbero l'attuale premier a una nuova intesa per riuscire a formare una maggioranza. L'ultima volta ci riuscì con i partiti di Sinistra, ora potrebbe farlo anche con un solo appoggio (visti anche i malumori presenti all'interno della vecchia intesa). Quello che conta, è che Costa andrebbe a certificare il gradimento popolare al termine di una delle poche legislature durate per intero, capace di risollevare l'economia e mettere da parte l'austerity dopo la crisi.

Il pre-voto

C'era aria di conferma in Portogallo, dove il premier uscente, Antonio Costa, stando ai sondaggi avrebbe sostanzialmente confermare i numeri che, quattro anni fa, lo avevano portato alla guida del governo. Al netto delle previsioni, la sfida era a due: i socialisti di Costa viaggiavano più o meno testa con i socialdemocratici di Centrodestra guidati da Rui Rio, nel senso che i dati attestavano Costa tra il 36,5% e il 38% delle preferenze, ovvero a meno due punti dalla maggioranza assoluta. Questo non significava che, al termine delle votazioni, la forbice non potesse essere azzerata, se non addirittura ulteriormente allargata in senso opposto: a favore del governo socialista, infatti, giocavano i quattro anni di legislatura, ovvero il mandato completo, appena il secondo in venti anni a essere completato. Una stabilità politica poco conforme ad altri Paesi europei che dà la misura di quanto i portoghesi prediligano dare continuità a un'amministrazione che ha contribuito ad allentare la morsa della crisi, riuscendo a garantire conti pubblici regolari e salari minimi dignitosi.

La situazione

Qualora Costa dovesse essere confermato con numeri di minoranza, non dovrebbe comunque trattarsi di una situazione troppo complicata. Anche negli ultimi quattro anni, infatti, il premier ha guidato un esecutivo sostenuto da altre forze politiche (quelle di sinistra), che hanno sostanzialmente garantito equilibrio nei quattro anni di legislatura, smentendo chi non credeva possibile un'intesa duratura tra il Centrosinistra e i partiti della Sinistra radicale. Una stabilità che ha permesso di guadagnare consensi e, di fatto, di escludere dal dibattito pubblico i partiti di estrema destra, indice di un Paese (fra i pochi in Europa) dove le correnti populiste risentono di un trend negativo, anche per via di una politica migratoria che vede nell'integrazione in Portogallo degli immigrati, specie quelli provenienti da ex colonie come Brasile e Angola, come fondamentale per garantire opportunità economiche al Paese.

Lo scenario

Da verificare, in caso di vittoria senza maggioranza assoluta, quale strada prenderà Costa nel rinnovare il suo impegno alla guida del governo. Quasi certamente, l'intesa coi partiti di Sinistra resterà la stessa sul piano tecnico, senza quindi trasformarla in una vera e propria alleanza né in una coalizione. Da capire quali degli alleati avuti finora resterà a far parte del gruppo, visto qualche aumento di tensione all'interno della maggioranza.