Secondo i principali istituti di statistica tedeschi, italiani e francesi sembra che l’Europa stia iniziando a lasciare la crisi alle spalle: il Pil nel 2015 crescerà dell’1,3%, aumentando dello 0,4% per ogni trimestre. Questo è quanto si legge nelle stime contenute dell’Economic outlook elaborato da Ifo, Istat e Insee. Ma il dato migliore è che tale ripresa della produzione è destinata a continuare nei prossimi mesi. A trainare la crescita sarà una ripresa significativa delle esportazioni, ma anche una robusta crescita dei consumi privati, favorita dai prezzi dell’energia più contenuti.
Da giugno, infatti, il prezzo del petrolio è sceso di circa il 45%. Questa riduzione rende più economiche le importazioni in energia in zona euro, migliorando i bilanci sia di imprese che delle famiglie. Inoltre, la decisione della Bce, banca centrale europea, di allentare ulteriormente la politica monetaria, ha provocato un deprezzamento dell’euro, rendendo le esportazioni dell’area più competitive. Data la moderata ripresa economica, le condizioni del mercato del lavoro sembra che possano migliorare e ovviamente con un aumento salariale – fenomeno che si vede in particolare in Germania -, il miglioramento delle condizioni finanziarie generali dei paesi e la diminuzione della spesa per l’energia, il reddito reale delle famiglie aumenterà e così i consumi privati. Proprio questi sembra che possano crescere con un tasso maggiore di quello del Pil, ovvero dello 0,5%.
Se nel secondo e terzo trimestre del 2014 la produzione industriale aveva decisamente rallentato, dallo scorso ottobre sembra ci sia stata un’accelerazione decisa, che sta proseguendo anche nel 2015. In particolare, si registra un aumento della produzione in tutti i settori, tranne che per la costruzione, dove l’attività resterebbe invariata. Segue lo stesso trend anche l’ inflazione, che dall’ultimo trimestre del 2014 ha continuato a ridursi, e ci si aspetta che in questo primo periodo dell’anno possa toccare il minimo a -0,5%. Proprio per questo anche la deflazione, ovvero l’abbassamento dei prezzi causato da uno stallo dei consumi, rallenterebbe a -0,1%, portando i prezzi a crescere solo nel terzo trimestre.
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