Cinque morti nell'esplosione di Nyonoksa, dove un centro studi per la realizzazione di testate missilistiche è saltato in aria alcuni giorni fa, aprendo una concatenazione di eventi che sembra prestarsi a scenari ben diversi da quelli ipotizzati finora. Perché dopo l'esplosione, avvenuta nei pressi della città di Arcangelo, è arrivato un singolare allarme di Greenpeace, secondo la quale il livello di radiazioni della vicina città di Severodvinsk, sarebbe aumentato di almeno 20 volte sopra gli standard ritenuti normali, pur tenendosi nei limiti del sostenibile. Un'allerta non confermata ufficialmente ma che, allo stesso modo, non è stata nemmeno ignorata visto che la popolazione civile è stata invitata a non uscire di casa e che, per fronteggiare un'eventuale esposizione a sostanze radioattive, è iniziato un frenetico rifornimento di iodio. Le autorità, peraltro, hanno disposto l'interruzione della navigazione marittima lungo il tratto di costa di Mar Bianco più vicina al luogo dell'incidente, segno che l'incremento del livello di radiazioni qualche preoccupazione la sta destando e non solo in via ufficiosa.
Il tutto resta per ora nel campo delle ipotesi anche se, nei giorni scorsi, il ricercatore del Centro James Martin per gli studi sulla non proliferazione, Jeffrey Lewis, aveva analizzato l'incidente (che nella versione ufficiale è stato attribuito a un test andato male su un reattore, parlando della manutenzione di una fonte isotopica di energia per un motore a combustibile liquido”) spiegando che il missile in questione sarebbe stato un 9M730 “Burevestnik”, indicato come a propulsione nucleare. Lo stesso ricecatore inoltre, citando i media locali aveva parlato della presenza davanti alla costa di Severodvinsk della Serebrjanka, una rompighiaccio utilizzata per il recupero di rifiuti radioattivi che, secondo quanto ipotizzato da alcune testate, si sarebbe trovata in quella zona proprio per tirare in secca il missile in seguito al fallimento del test.
In sostanza, l'ipotesi è che dietro l'incidente di Nenoksa vi sia stato il tentativo di sperimentare un missile a propulsione nucleare e che, in seguito all'esplosione accidentale, vi sia stata una dispersione di scarti radioattivi. Una supposizione al momento ma il mancato chiarimento da parte delle autorità non ha contribuito a sgonfiare i sospetti né a spegnere l'agitazione della città in questione. Anche perché, solo pochi giorni prima, un altro incidente si era verificato a bordo del sottomarino Losharik, sul quale era in programma un test su un drone subacqueo e, anche in quel caso, le spiegazioni erano state ritenute insufficienti.
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