Quaranta persone sono state deferite oggi dalla procura egiziana al tribunale militare di Ismailia, con l’accusa di vandalismo e incitazione alla violenza: sono tutti membri dei Fratelli Musulmani che, dopo la deposizione di Morsi, sono considerati un’organizzazione terroristica.
A più di un anno dal colpo di Stato militare che ha portato alla deposizione dell’ex presidente Mohamed Morsi, in Egitto la stretta nei confronti dei Fratelli Musulmani non accenna ad allentarsi. A riferire la notizia delle 40 nuove accuse è il quotidiano Al Ahram on line: su alcuni degli imputati, inoltre, pende l’accusa dell’omicidio di 2 persone, risalente ai disordini dello scorso 22 novembre, quando si sono verificati numerosi e sanguinosi scontri nella zona di Suez.
Già a inizi dicembre, infatti, altri 188 membri dell’organizzazione erano stati condannati alla pena capitale perché accusati a vario titolo di aver partecipato il 14 agosto del 2013 ad un attacco contro la stazione di polizia nel villaggio di Kerdasa, dove persero la vita almeno 11 agenti: lo stesso giorno in cui le forze di sicurezza attaccarono i sit-in pro Morsi nati per le strade egiziane lasciando sul terreno tantissimi morti.
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