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Decisioni pro Palestina: Usa fuori dall'Unesco

La notizia era nell’aria già da qualche ora, poi è arrivata la conferma. Gli Stati Uniti escono dall’Unesco, in polemica per le recenti decisioni adottate dall’agenzia Onu contro Israele e gli insediamenti in Cisgiordania.

Rammarico

E’ dal 2011, quando la Palestina è diventata membro dell’organizzazione dell’Onu, che Washington ha smesso di finanziarla pur mantenendo un ufficio nel quartier generale di Parigi. “Mi rammarico profondamente per la decisione degli Stati Uniti di ritirarsi dall’Unesco, di cui ho ricevuto notifica ufficiale con una lettera del segretario di stato americano, Rex Tillerson“, si legge in un comunicato della direttrice generale dell’Organizzazione Irina Bokova. “E’ una perdita per la famiglia dell’Unesco. E’ una perdita per la Nazioni Unite e per il multilateralismo. Il nostro compito non è finito e continueremo ad andare avanti per costruire un 21esimo secolo più giusto, più pacifico e più equo. Per questo l’Unesco ha bisogno dell’impegno di tutti gli Stati”.

L’ingresso palestinese

L’Unesco è la prima organizzazione Onu ad aver ammesso la Palestina come Stato membro, nell’ottobre 2011, suscitando l’ira e lo stop dei finanziamenti da parte di Usa e Israele. Per l’organismo internazionale, il ritiro di Washington è stato un duro colpo finanziario, tanto che durante la gestione di Bokova si è reso necessario un drastico taglio degli effettivi. Da soli gli Usa rappresentavano il 20% del bilancio dell’Unesco. Senza contare la ritorsione del Giappone, il secondo finanziatore più importante, che ha rifiutato di pagare la sua quota 2016 in seguito all’iscrizione, nel 2015, nel registro della memoria mondiale, del Massacro di Nankin, perpetrato dall‘esercito imperiale nipponico nel 1937.

Il voto

Intanto è testa a testa Francia-Qatar per la direzione generale dell’agenzia. Al quarto giorno di votazioni, la candidata francese Audrey Azoulay e quello qatariota Hamad Bin Abdulaziz Al-Kawari sono a pari merito con 18 voti per succedere a Bokova. Seguono altri candidati, tra cui l’egiziana Moushira Khattab, ancora non esclusi dalla corsa. L’avvio del voto interno a scrutinio segreto è cominciato lunedì e durerà fino a quando un dei candidati non avrà ottenuto la maggioranza.

Mai un arabo

L’esito potrebbe arrivare entro questa sera oppure domani. Dal 1945, la poltrona di leader dell’Unesco è stata occupata da europei, americani, un asiatico e un africano, e ora i Paesi arabi ritengono che sia arrivato il loro turno, tanto da schierare quattro pretendenti in lizza: oltre a Qatar ed Egitto, anche Libano e Iraq, che però alla fine ha ritirato la sua candidatura.

Francesco Volpi

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