Ancora giorni d’attesa per Chris e Connie, genitori del piccolo Charlie Gard, prima di sapere se loro figlio sarà destinato o meno ad essere ucciso.
L’agognata decisione della Corte europea dei diritti umani è arrivata quest’oggi, sul far della sera. Ed è una decisione che sa di rinvio. I giudici hanno ordinato a Londra di continuare a tenere il vita il piccolo, affetto da una rara malattia genetica. In questo lasso di tempo, verrà presa una decisione sul suo destino.
“Alla luce delle circostanze eccezionali, la Corte ha già accordato la priorità al caso e procederà a valutare il ricorso con la massima urgenza”, afferma in un comunicato stampa la stessa Corte.
La storia del piccolo Charlie e dei suoi irriducibili genitori ha commosso la Gran Bretagna e non solo. Nato in salute il 4 agosto 2016, il bambino ha iniziato a perdere forze e peso dopo otto settimane. Portato al Great Ormond Street Hospital, il più importante ospedale pediatrico inglese, gli è stata diagnosticata la sindrome di deperimento mitocondriale, rara malattia genetica che porta al progressivo indebolimento dei muscoli.
I medici hanno provato a curarlo con le terapie previste dal protocollo medico britannico. Gli esiti sono però stati tutti negativi. Di qui la decisione di staccare le spine dell’idratazione e della respirazione, perché ritenuto il bambino ormai incurabile e oggetto di inutili sofferenze.
I genitori, convinti che negli Stati Uniti sia possibile sottoporre loro figlio a una terapia che potrebbe curarlo, si sono opposti portando la vicenda in Tribunale. Dopo che i giudici britannici hanno dato ragione al personale medico, la mamma e il papà di Charlie hanno deciso di rivolgersi alla Corte europea dei diritti umani. La loro caparbietà, oltre a dare risonanza internazionale alla vicenda, sta tenendo in vita il piccolo Charlie Gard.
In Italia si registra una petizione, indirizzata al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perché si adoperi per salvare la vita di Charlie, lasciando ai suoi genitori la possibilità di prendersene cura. I firmatari chiedono al capo dello Stato di concedere al piccolo Charlie e ai suoi genitori la cittadinanza italiana, affinché siano tutelati dalla nostra Costituzione.
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