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Buhari: “Cattiva reputazione? Colpa nostra”

Alcuni nigeriani dicono che la vita nella loro patria sia troppo difficile, ma è anche vero che hanno reso difficile farsi accettare dagli europei e dagli americani, a causa del numero di nigeriani detenuti in carcere in tutto il mondo accusati di traffico di droga o di traffico di esseri umani“. A parlare non è l'esponente di un partito occidentale xenofobo, ma lo stesso presidente della Nigeria, Muhammadu Buhari, nel corso di un'intervista rilasciata al Telegraph

Cattiva fama

Un j'accuse che ha già scatenato proteste nel Paese africano, costringendo il governo a correggere il tiro. Eppure Buhari è stato chiarissimo: “Abbiamo un problema di immagine all'estero e siamo sulla buona strada per recuperare. Incoraggeremo i nostri concittadini a restare, lavorare e vivere una vita rispettabile a casa loro”. Di questa cattiva fama “i nigeriani non possono incolpare nessuno: possono restare a casa loro, dove possono essere utili per ricostruire il Paese”. In particolare, i nigeriani, sono chiamati a offrire il “loro lavoro e i loro servizi“. In sostanza, secondo Buhari, chi fugge non lo fa perché sia “in pericolo” ma per motivi di natura economica. Messa alle strette dalle veementi polemiche provocate dalle parole del capo di Stato, Abujia si è vista costretta a precisare: “Sarebbe assurdo che il presidente della Nigeria dicesse che tutti i nigeriani sono criminali – riporta la Bbc -, il presidente si riferiva solo ai nigeriani che cercano falsamente di chiedere asilo all'estero e così danneggiano la reputazione della Nigeria“. 

Guerra all'inciviltà

Buhari non è nuovo ad affermazioni di questo tipo. Negli anni 80, quando era presidente del Consiglio militare supremo, aveva più volte parlato di “guerra all'inciviltà” dei suoi connazionali. Sotto la sua guida la Nigeria si è impegnata in una lotta serrata contro l'emigrazione di massa e le organizzazioni criminali che gestiscono i flussi verso l'Europa. Secondo un statistica pubblicata dal Vanguard i nigeriani detenuti all'estero sono circa 170 mila. “La maggior parte è in carcere per traffico di stupefacenti e di esseri umani e vari reati di immigrazione”, riporta il quotidiano africano. 

Francesco Volpi

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