Shepard Fairey, in arte Obey, ha incominciato appiccicando adesivi per la città che riproducevano il volto del famoso lottatore di wrestling André the Giant: da lì in poi, prende corpo una poetica specifica del futuro artista che si concentrerà, negli anni successivi, sui temi cruciali della propaganda e del controllo sociale. Dopo il grande successo della mostra di Andy Warhol, con oltre 45 mila visitatori, il Pan, Palazzo delle Arti di Napoli ospita, dal 6 dicembre 2014 al 28 febbraio 2015, quello che ormai è uno dei più celebrati street artist americani.
Un’attenzione all’aspetto comunicativo dell’arte che l’artista metterà a frutto nella guerrilla marketing e, nel corso del conflitto tra gli Stati Uniti e l’Iraq, nel campo della politica, grazie alla realizzazione di una serie di manifesti di stampo pacifista. Autore tra i più influenti della scena contemporanea, Shepard Fairey, ha accresciuto la sua fama grazie all’immagine stilizzata in quadricromia di Barack Obama, sovrapposta ai termini Hope (speranza), Change (cambiamento), Progress (progresso), divenuta simbolo della campagna elettorale del futuro presidente degli Stati Uniti d’America nel 2008.
Il ritratto del futuro presidente degli States è stato definito dal critico d’arte del New Yorker, Peter Schjeldahl, “la più efficace illustrazione politica americana dai tempi dello Zio Sam”: un’icona pop contemporanea così come Andy Warhol aveva fatto con Marilyn Monroe, Mao, la Campbell’s soup e altro. L’obiettivo della produzione artistica di Obey è stimolare il fruitore a giungere a una propria interpretazione e riflettere sul senso di ciò che vede: “È un dialogo costante con l’osservatore: ciò che faccio è inviare uno stimolo e rispondere con un nuovo stimolo in base alla reazione ricevuta”.
Oltre 60 opere dell’artista saranno a disposizione nell’esposizione di Napoli, curata da Massimo Sgroi e organizzata da Password Onlus, in collaborazione con l’Assessorato alla Cultura e al Turismo: raccontano l’evoluzione stilistica di Shepard Fairey, come la serie realizzata per la città di Venezia, Capitol hill, la monumentale tela, finora mai esposta, a cui si affiancano lavori provenienti da collezioni private.
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