A distanza di 40 anni dalla sua donazione al campus californiano, il “Grande Nero Cretto” (1976/77) di Alberto Burri verrà ricordato attraverso l’evento “Burri Prometheia”, organizzato dal Dipartimento di Italiano di Ucla e dall’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles per il 9 e 10 Gennaio 2017.
Lo stimolo creativo per il “Grande Nero Cretto” – la principale opera dell’artista fuori dal territorio italiano – Burri lo trovò nel periodo della prigionia in Texas: il paesaggio dei deserti del grande West fu per lui un’importante fonte di ispirazione; le crepe dei suoi celebri Cretti uniscono, infatti, i segni delle pale d’altare di Piero della Francesca alla terra secca della Death Valley.
La tematica scelta per lo sviluppo dell’evento è il fuoco, elemento che unisce i materiali usati nella ricerca dell’artista: ferri, legni, sacchi, plastiche, fino alla ceramica utilizzata per il grande Cretto di Ucla. In apertura dei lavori, sarà presentato un video inedito di Bruno Corà, Presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, appositamente girato all’interno degli Ex Seccatoi del Tabacco. Di particolare rilievo la presentazione in anteprima mondiale del film Variazioni: a visual Polyphony (2017) con la regia di Giuseppe Sterparelli e la fotografia di Lisa Rinzler.
Ancora la fiamma e l’esercizio da parte dell’uomo di controllare la materia sono al cuore anche del secondo film in cartello: Alberto Burri e Piero della Francesca: le due rivoluzioni (2015) di Luca Severi, che sarà proiettato il 10 gennaio all’Istituto Italiano di Cultura di Los Angeles. Performance musicali, installazioni contemporanee, reading di poesie completeranno l’omaggio. Da segnalare, lunedì 9 gennaio, la performance percussiva di John Densmore, storico batterista di The Doors, già ospite dei Musei Burri di Città di Castello nell’anno del Centenario.
Alberto (Città di Castello, 12 marzo 1915 – Nizza, 13 febbraio 1995) è stato un artista e pittore italiano consacrato tra i giganti del secondo Novecento per la natura rivoluzionaria e potente della sua ricerca, inventrice di soluzioni linguistiche fondamentali e guida per i grandi movimenti artistici del dopoguerra. A lui il Solomon R. Guggenheim Museum di New York aveva dedicato l’anno scorso la mostra The Trauma of Painting, esibizione già entrata nella storia per la ricchezza espositiva e il carattere innovatore.
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