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La notte bianca di ArteFiera consacra il successo di Bologna

Il week end appena trascorso, dedicato all’Artefiera di Bologna è stato un vero successo. E la splendida città dei portici si conferma come la più “artistocentrica” di tutti i tempi. Non una mostra d’arte moderna e contemporanea, nel connubio tra Guttuso e Pistoletto, molto di più, un vero show ricco di storia, di innovazione. Pittori, disegnatori, poeti, scultori, i protagonisti di questa iniziativa,che hanno illuminato “a giorno” la notte bianca trasformando la bellissima Bologna in un teatro a cielo aperto.

Performance danzanti, videoinstallazioni, musiche, proiezioni in ogni angolo di strada, in un mix equilibrato tra storia e futuro. I negozi e i locali aperti a dare contorno e contributo ad un vento positivo.Segnali di ripresa che entusiasmano il ministro della cultura Dario Franceschini che ha inaugurato l’apertura dichiarando che “Questo ha troppo investito sulla tutela del patrimonio e poco sulla contemporaneità. Noi vogliamo invertire la rotta. Il Colosseo un tempo è stato contemporaneo, la Cappella Sistina è stata contemporanea, Verdi e Rossini sono stati talenti del loro tempo. Per questo bisogna invertire la rotta e investire sui talenti di oggi. Girando tra gli stand ho visto quanta rabbia, speranza e dedizione c’è nei giovani artisti italiani, delusi dal fatto che per loro sia più facile trovare un proprio spazio all’estero che nel proprio Paese”.

I visitatori, molto provenienti dal Veneto, si sono accalcati e hanno pazientemente atteso per poter ammirare le esibizioni site nei palazzi antichi e nelle pinacoteche. File e code per assistere e ammirare, anche in piedi, performance dal tono provocatorio come quella di Alessandro Bergonzoni che ha scelto una voce narrante per raccontare «il valore del bene » e per dire che «l’umanità ha la più immensa collezione privata: non privata di cura, attenzione, privata di arte». Al termine del messaggio su una parete è visibile la foto di Stefano Cucchi.

Moira Schena

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