Il Perugino, maestro di Raffaello e del Rinascimento in mostra a Parigi

[cml_media_alt id='3839']perugino-pittore[/cml_media_alt]Si apre l’11 settembre a Parigi la mostra Le Pérugin Maître de Raphaël. Saranno esposti al Museo Jacquemart-André circa 50 capolavori provenienti da musei italiani e internazionali quali la Galleria Nazionale dell’Umbria, gli Uffizi, la Pinacoteca di Deruta, la Royal Collection Trust, il Louvre, le National Gallery di Washington e di Londra, che racchiudono il talento di colui a cui è stato designato il titolo di grande maestro del rinascimento e di Raffaello. Pietro Cristoforo Vannucci, noto come il Perugino, nato a Città della Pieve intorno al 1450 e morto nel 1523 a Fontignano, si è formato alla scuola di maestri indiscussi come Leonardo e Botticelli e ha avuto tra i suoi allievi di maggior pregio Raffaello. Ed è proprio sul rapporto tra maestro e allievo che si interroga la mostra, ponendoli in un confronto che lascia lo spettatore incantato per la delicatezza dei tratti, la luminosità e l’armonia delle forme.

“E’ la prima volta che vengono accostate opere del Perugino e del Raffaello – afferma Vittoria Garibaldi direttrice del laboratorio di analisi per il patrimonio culturale di Spoleto, curatrice della mostra assieme a Nicolas Sainte-Fare Garnot – e sarà  un confronto  diretto molto interessante. L’ipotesi che Perugino sia stato il maestro di Raffaello ancora  divide, infatti,  gli studiosi”.   Verranno messe a confronto quaranta opere del maestro e circa dieci dell’allievo. Di Raffaello si potranno ammirare le due predelle della Pala ‘Oddi’ dalla Pinacoteca Vaticana, ‘Santa Caterina d’Alessandria’, ‘San Francesco’ e il ‘Sant’Antonio’, infine, la Pala di ‘San Nicola di Tolentino’ .

La mostra si sviluppa cronologicamente divisa in otto sezioni, partendo dal periodo in cui il Perugino è vissuto a Perugia e a Firenze, sotto l’influenza di artisti contemporanei quali Piero della Francesca e Andrea del Verrocchio. A seguire la sezione dedicata alle Madonne, con i capolavori quali Madonna con Bambino’ della National Gallery di Washington  e la ‘Madonna della Consolazione’ della Galleria dell’Umbria. Poi la sezione del periodo in cui si trova a Roma, prendendo parte ai lavori della Cappella Sistina. La quarta e quinta sezione esprimono gli anni della maturità, trascorsi tra Firenze e Venezia e la sesta le opere profane tra cui ‘Apollo e Dafne’  e ‘La lotta di Amore e Castità’ entrambi dal Louvre. Il cuore della mostra ‘Perugino, maestro di Raffaello?’ è racchiuso nelle ultime due sezioni.  

Il maggior pregio che si possa attribuire al Perugino, secondo Vittoria Garibaldi, sono “La sua grandezza, la perfezione e la capacità di innovare dal punto di vista iconografico, cromatico, tecnico, e di non fermarsi mai nell’innovazione quasi fino alla sua morte”.