In un paese sempre più in affanno oltre 5 milioni di persone vivono in uno stato di povertà assoluta: non hanno cibo a sufficienza, riscaldamento e abiti adeguati, mezzi per curarsi, informarsi, istruirsi. Mezzo miliardo di persone in tutto, una su quattro, inoltre, sono a rischio povertà a causa del coronavirus.
È il quadro che emerge dall’analisi di Oxfam, un movimento nato in Gran Bretagna 70 anni fa per combattere la povertà, stimando che il 6-8% della popolazione mondiale potrebbe scivolare in povertà in assenza di rapidi aiuti e a patire sono soprattutto i minori: uno su dieci. Se le stime si avverassero si tratterebbe di un passo indietro di dieci anni nella lotta alla povertà e di un ritorno a 30 anni fa in alcune aree dell’Africa sub-sahariana.
Vivere in povertà assoluta vuole dire non riuscire a soddisfare fabbisogni essenziali (alimentazione equilibrata, disponibilità di un’abitazione adeguata) e a provvedere al minimo necessario per vestirsi, comunicare, informarsi, muoversi, istruirsi e mantenersi in buona salute. La maggiore incidenza della povertà assoluta tra minori e giovani generazioni rischia di minare il potenziale di crescita su cui il benessere di una nazione dovrebbe fondarsi.
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