“Fateci uscire”: sommossa dei migranti alla Cavarzerani di Udine

Il centro di accoglienza è zona rossa per altri 14 giorni. Ciani, all'ex Cavarzerani "Oltre all’emergenza migratoria c'è anche quella sanitaria"

L'ex Caverzani di Udine

Disordini, fumo e urla: sono momenti di tensione alla ex Cavarzerani di Udine. Gli ospiti dell’ex caserma stanno inscenando una protesta contro l’obbligo di restare in quarantena per due settimane. Gli ospiti non possono uscire dal centro di accoglienza considerata zona rossa per altri 14 giorni per alcuni casi di coronavirus degli scorsi giorni. Ma loro non ci stanno: i 500 migranti hanno acceso un fuoco all’ingresso della struttura.

Tensioni alla ex Cavarzerani

Le tensioni sono cominciate giorni fa ma stamani sono state incendiate alcune suppellettili ed è stato necessario far intervenire i Vigili del fuoco del Comando provinciale di Udine. Questi ultimi sono però ancora all’esterno della ex caserma poiché il portone principale è occupato da decine di manifestanti che non lasciano entrare nessuno.

La zona è presidiata dalle forze dell’ordine; fino a questo momento non si sono verificati scontri. Dall’interno si alzano alte colonne di fumo causate dal fuoco appiccato ad alcuni materassi e altro materiale che si trovava nelle camerate.

Il commento dell’assessore alla sicurezza

L’assessore alla sicurezza, Alessandro Ciani, arrivato sul posto ha parlato ai microfoni di Udinese Tv: “È una situazione molto delicata, si tratta di episodi che si verificano su tutto il territorio nazionale. Oltre all’emergenza migratoria c’è anche quella sanitaria – spiega Ciani –. Ci confronteremo con questura e prefettura. La cittadinanza non vuole problemi per la salute pubblica. Va tutelato il diritto dei cittadini di non avere nuovi focolai e contagi. Gli udinesi sono stati corretti e hanno fatto grandi sacrifici nei mesi passati. Siamo stati due mesi in casa rinchiusi e non vogliamo altri sacrifici. È colpa del Governo – chiude Ciani – che sta sottovalutando la rotta balcanica, si parla solo di Lampedusa”.