Reincarnazione

In una prima memoria si vede come un signorotto di campagna nell’Inghilterra del XVII secolo che si interessava di musica ma che morì giovane. In una seconda era un nobile francese del XIX secolo deceduto mentre era in vacanza a Venezia. Poi una terza, dove si scopre come soldato britannico durante la prima guerra mondiale morto in un incidente d’auto ai primi del Anni 40. Non è una serie di fiction per canali tematici di tv satellitari, ma il (presunto) passato vissuto da una star del pop come Elton John e raccontato da Lee Evereth, una signora “esperta” in metempsicosi: reincarnazione, per dirla in maniera più comprensibile.

Come si arriva a questi racconti? Dicono attraverso la cosiddetta “regressione terapeutica”, una trance che porterebbe alla meditazione profonda dentro la quale è possibile – afferma l’esperta – rivisitare le proprie vite passate.
Ora, la cosa interessante in queste descrizioni è che la reincarnazione viene presa semplicemente come fosse un dato di fatto; nessuno si prende la briga di spiegare la sua logica in un sistema di pensiero dottrinale. Anche molti cristiani sono tentati dalla scoperta di nuovi movimenti religiosi, fondando sul concetto che la metempsicosi apparentemente si regge su se stessa senza bisogno di ulteriori spiegazioni. Ma tutto sommato è una scelta di comodo.

L’idea cristiana di una valutazione definitiva, una sola volta, viene percepita come pericolosamente riduttiva: l’appello non fa parte del giudizio di Dio. Meglio dunque per molti scegliere vie più facili, rassicuranti, che diano quella seconda chance che non viene considerata dal cristianesimo; una sorta di “gratta e vinci” dell’aldilà, che consenta un riscatto nell’aldiqua.
Nel libro “Bambini che ricordano altre vite” Ian Stevenson, professore di psichiatria all’Università di Charlottesville, raccoglie alcuni casi, scegliendoli tra le culture di tutto il mondo, che a prima vista lasciano basiti. C’è ad esempio la storia dell’indiano Gobal Gupta, che a due anni cominciò a sostenere di essere appartenuto in passato ad una famiglia di una casta più alta dell’attuale, che viveva in una città a 160 chilometri di distanza da quella dei suoi genitori e che uno dei suoi fratelli gli aveva sparato uccidendolo: questi elementi sarebbero stati verificati.

Oppure c’è il caso della srilankese Shamlinie Prema, che fin da prima che potesse parlare mostrava un totale rifiuto per l’acqua quando le volevano fare il bagno e che piangeva ogni volta che vedeva passare un autobus. Quando cominciò a parlare, la bambina raccontò che una mattina, all’età di undici anni, mentre andava a scuola, la strada era allagata e un autobus passando l’aveva schizzata facendola cadere in una risaia piena di acqua dove sarebbe morta affogata. I suoi genitori trovarono sui giornali locali questa storia esattamente come l’aveva riportata la figlia. I casi delle ragazze indiane Swarnlata e Shanti Devi sono due dei più noti. All’età di 3 anni (Swarnlata) e 4 anni (Shanti Devi) hanno cominciato ad affermare di aver vissuto in una vita precedente come mogli e madri di due bambini, in un villaggio lontano. Alcuni fatti specifici relativi alle loro presunte vite precedenti sarebbero stati verificati.

Ma come si spiegano questi fenomeni? In questi casi più che di reincarnazione forse sarebbe il caso di parlare di possessione di questi bambini da parte di entità spirituali esterne. Si tratterebbe di un fenomeno collegato al channeling (canalizzazione, termine che rappresenta il fenomeno di trasmettere delle informazioni generate da entità spirituali esterne al nostro mondo), ma questa volta la persona è obbligata a trasmettere il messaggio dello spirito senza avere la possibilità di apportare un contributo consapevole all’intero processo. In altre parole, la possessione implica che lo spirito “invasore” entra nel corpo e prende interamente possesso della consapevolezza dell’essere umano, agendo come se si trattasse di una personalità di una vita passata.

Va anche ricordato che quasi tutti i casi di ricordi di vite passate sono prodotti da bambini che li manifestano tra i due e i cinque anni, quando il loro discernimento spirituale è quasi inesistente, specialmente riguardo alle entità spirituali. Il che li rende particolarmente vulnerabili ad essere manipolati da spiriti esterni.

Possessioni a parte, il resto è frutto di suggestioni psicologiche, spesso manifestate sotto ipnosi. In verità la spinta a credere di poter tornare sulla terra ha una fortissima valenza: in molti infatti sono insoddisfatti della propria vita, vedono inappagate le aspirazioni, riconoscono di aver fallito nelle relazioni e se ne avessero l’opportunità, vivrebbero un’altra vita. Esattamente ciò che la reincarnazione promette, con un substrato di riscatto sociale proiettato in un possibile futuro.