Il budget dei vacanzieri per il consumo di pasti fuori casa, in ristoranti, pizzerie, trattorie o agriturismi, ma anche per cibo di strada, specialità enogastronomiche e souvenir è in netto calo.
La spesa durante viaggi e vacanze è calata del 30% nel 2020, scendendo sotto i 20 miliardi di euro. Si inverte così la tendenza dopo una crescita costante nel corso dell’ultimo decennio. E’ quanto emerge da una analisi Coldiretti diffusa in occasione dei dati Istat sulle difficoltà del turismo in Italia.
Turisti stranieri assenti
A pesare sul budget di ristoratori & co. è un mese di agosto che si è chiuso praticamente senza gli 8 milioni di viaggiatori stranieri che lo scorso anno avevano pernottato in Italia. Pesantissimo l’impatto economico ed occupazionale sul settore turistico nazionale.
“L’assenza di stranieri in vacanza in Italia pesa sull’ospitalità turistica nelle mete più gettonate che risentono notevolmente della loro mancanza anche perché – sottolinea la Coldiretti – i turisti dall’estero da paesi come gli Stati Uniti e la Cina hanno tradizionalmente una elevata capacità di spesa”.
“Ad essere colpite sono state soprattutto le città d’arte che sono le storiche mete del turismo dall’estero con trattorie, ristoranti e bar praticamente vuoti. In difficoltà anche gli agriturismi dove gli stranieri in alcune regioni rappresentavano tradizionalmente oltre la metà degli ospiti nelle campagne”.
Le conseguenze
Una situazione, spiega ancora Coldiretti, che ha avuto “un impatto rilevante sulle attività di ristorazione, dalle pizzerie alle gelaterie fino a quelle più tradizionali, oltre che sugli acquisti diretti di prodotti agroalimentari da acquistare come souvenir”.
“Le conseguenze si faranno sentire – conclude l’associazione – anche dal venir meno della leva positiva del turismo sulle esportazioni agroalimentari nazionali con i turisti che al ritorno in patria cercano sugli scaffali i prodotti gustati durante il viaggio”.