Argiano, una delle più antiche tenute nobiliari di Montalcino è stata da poco restaurata: una splendida villa rinascimentale di 4.000 mq con 125 ettari tra vigneti e oliveti. Costruita, nel 1581, dalla nobile famiglia senese dei Pecci, l’architetto era Baldassarre Peruzzi, era prima di proprietà di Noemi Marone Cinzano. A partire dall’800 la produzione vinicola di questa dimora cominciò a essere apprezzata all’estero. Grazie a Ersilia Caetani Locatelli, prima donna a entrare a far parte dell’Accademia dei Lincei nel 1879, la villa venne trasformata in un salotto letterario dove furono ospiti Gabriele D’Annunzio e Giosuè Carducci. Fu acquistata, nel 1992, da Noemi Marone Cinzano.
Si producono attualmente 350mila bottiglie, di cui 140mila di Brunello e 60mila di Rosso di Montalcino. Argiano è diventata la prima cantina plastic free di Montalcino, senza più plastiche usa e getta.
Sarà un’esperienza fantastica alloggiare nell’agriturismo, ospitato nel piano nobile della villa che si affaccia sui colli senese e a Val d’Orcia, dove verrà ospitata una galleria d’arte con dipinti del Rinascimento senese che sarà visitabile, per appuntamento, a partire dai primi mesi del 2021.
La collezione comprende 39 tele e dipinti della scuola senese tra cui il “Cristo Portavoce” del Vasari dal valore inestimabile e quadri di Pietro Lorenzetti, del Sassetta, un trittico di Andrea della Robbia. A queste si potrebbe aggiungere un Cimabue.
Si è voluto con il restauro riportare alla luce luoghi e atmosfere così come sono raffigurati in alcuni dei capolavori a olio del XVI secolo: un quadro nel quadro.
Vasari lo realizzò nel 1533, mentre era al servizio del pontefice Giulio III, per il banchiere e collezionista Bindo Altoviti. Poi è passata di mano a un altro protettore. L’opera, prima di arrivare ad Argiano, è stata esposta per la prima volta al pubblico a Roma presso la Galleria Corsini nel 2019. Nel Seicento è passato alla collezione Savoia, successivamente è andato perso per poi comparire in un’asta negli Stati Uniti, dove è stato acquistato da Andrè Esteves, capo della BTG Pactual, la più grande banca d’investimento del Sud America. Il finanziere innamorato dell’Italia ha acquistato la tenuta nel 2012 e con il restauro ha voluto riportare alla luce luoghi e atmosfere così come sono raffigurati in alcuni dei capolavori a olio del XVI secolo: un quadro nel quadro.
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