Le Langhe in bici sono un vero spasso sia per le gambe e per gli occhi. Armoniosi saliscendi nelle colline dei grandi vini, panorami che si aprono selvatici e mutevoli dietro a ogni curva, piccoli borghi che dall’alto attendono, con pazienza, chi giunge a salutarli. È bene, però, pianificare in anticipo i percorsi possibili: le pendenze non scherzano e alcune strade possono risultare pericolose, sia per il traffico, sia per le condizioni. Talvolta, per raggiungere i punti panoramici più belli, bisogna avventurarsi su vie sterrate.
Se ci si vuole mettere a dura prova sui pedali, non c’è niente di meglio che cimentarsi nelle “Salite dei campioni”, una selezione di sei ascese dedicate alla memoria dei grandi scalatori: Bartali, Coppi e Pantani, Gaul, Anquetil, Bobet e Koblet.
I paesaggi delle Langhe sono vari e spettacolari, offrono monumenti dove risuonano gli echi della storia, opere d’arte gotica e contemporanea, case-museo che custodiscono ispirazioni letterarie.
Il percorso classico è quello tra i castelli del Barolo, che tocca Monforte, Serralunga d’Alba, Grinzane Cavour, La Morra e, naturalmente, Barolo. Lì è interessante visitare il WiMu, il più innovativo museo del vino in Italia e uno tra i più importanti al mondo.
Si possono esplorare, seguendo un altro percorso, le terre del Barbaresco, nobile espressione in purezza del vitigno Nebbiolo: Alba, Treiso, Barbaresco e Neive.
Continuando di bicchiere in bicchiere, si può visitare anche Dogliani, patria del Dolcetto, e Canelli, culla dello spumante italiano. E perché non sconfinare poi nel Monferrato astigiano per una “religiosa” degustazione nelle Cattedrali del vino, storiche cantine sotterranee scavate nel tufo.
Non solo vigneti: gli itinerari seguono, infatti, anche ispirazioni letterarie sulle orme di Cesare Pavese e Beppe Fenoglio, nati in queste terre, e mostrano anche panorami selvaggi, boschi, rocce nude e noccioleti.
Un mix di pregiati bicchieri di Barolo e Barbaresco, oltre a vari prodotti tipici di eccellenza e una cucina saporita e robusta, ha portato l’Unesco, nel 2014, a inserire i “Paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe, Roero e Monferrato” nel Patrimonio mondiale dell’umanità.
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