Per prosperare, cambiare i connotati alle banche

Sono anni che in Parlamento pressoché tutte le forze politiche presentano proposte di legge sulla separazione di banche di affari dalle banche commerciali, ma non succede nulla e i cittadini non conoscono questo importante problema, giacché non c’è dibattito pubblico sul tema. Le proposte depositate, richiedono di non consentire alle singole banche di esercitare attività commerciali e nello stesso tempo la attività di trading, cioè di essere anche banca d’affari. Questa importante esigenza viene dal fatto, per esempio, che se una banca accoglie risparmi dei clienti di una città, o di una Nazione, quei soldi devono essere reinvestiti nella stessa città, nello stesso paese. Questa limitazione che si vuole imporre alle banche, è per fare sì che le stesse dispongano l’impiego di prestiti ad imprese e famiglie nello stesso luogo in cui risparmiatori li depositano. Oggi questo non accade, perché gli istituti di credito per guadagnare di più impiegano le risorse disponibili nelle piazze di affari presenti nel mondo. Il fenomeno è pericoloso ed estremamente penalizzante per le comunità locali: è come se in un territorio ricco di fiumi, di laghi e di mare, con la conseguente forte evaporazione delle acque, le nubi che si formano vengano spostate forzatamente nella parte opposta del monte, trasformando un territorio ricco di acque in un ambiente arido e desertico. Questo comportamento deviato delle banche, potenzialmente, con il suo carattere piegato solo alla speculazione, volge sempre alle spericolate bolle che si creano in finanza, e che portano alle crisi di sistema come la crisi scoppiata nel 2008; e noi paghiamo prima non potendo contare sulla concessione di credito e poi dopo pagando salatamente l’immancabile crack. Non è un caso che la separazione dei ruoli fu già decisa negli States a ridosso della crisi di Wall street del 1930 con la ‘Glass steagall act, ed in Italia nel 1936. Ma successivamente alla fine degli anni 80 Clinton sciaguratamente la abrogò riportando il calendario allo stato ante 1930. Così qualche tempo dopo è stata abrogata anche in Italia. Anche questa vicenda dimostra l’assoluta distrazione della politica dalle vicende vitali. In Parlamento, nei talk show, nelle piazze si incita allo scontro sulle futilità, ma non sui nodi vitali delle comunità. Mi viene il sospetto che un po’ ci sono e un po’ ci fanno. Diversamente le cose andrebbero in altro modo nel nostro Paese: gli interessi popolari sarebbero tutelati davvero. Insomma  bisogna cambiare i connotati alle banche se vogliamo prosperare