Pagare tasse sulle tasse

Le tasse italiane, tra i vari paesi del mondo, hanno delle peculiarità proprie che nessuno può vantare: sono altissime, sono ingiuste, sono disordinate. Non c’è giorno che i media e cittadini non le mettano in cima all’elenco nei loro ‘cahiers des doleances’. Ad esempio; nei paesi con il fisco esoso, i cittadini almeno si consolano con servizi eccellentissimi. Ebbene non è il caso nostro: più aumentano, più i servizi diminuiscono, quando non diventano più scadenti. L’altra particolarità italica, sta nel fatto che le tasse (soprattutto regioni e comuni) le aumentano e neanche dicono il perché; te ne accorgi solo quando le trovi nella busta paga. Addirittura alcuni Comuni decidono deliberatamente di ‘prendersi’ dallo stipendio, oltre alla tassa da pagare, anche anticipi sulle tasse future. L’altro carattere distintivo del fisco italiano è che c’è una corsa continua da parte dello Stato ad accaparrarsi le risorse finanziarie della quota parte del monte finanziario proveniente dai trasferimenti finanziari da corrispondere a regioni e comuni. Questi ultimi, in quattro e quattr’otto, si rifanno sui cittadini di quella regione o comune. L’altra assurdità sta nella buffa ma sconcertante circostanza, di farci pagare le tasse sulle tasse. Accade ad esempio sul costo della benzina. Lo Stato carica eccessivamente i carburanti, al punto che si arriva alla determinazione del prezzo per litro della  benzina con le seguenti proporzioni: un terzo va al costo del barile, raffinazione, traporto e distribuzione alla pompa; due terzi vanno allo Stato. La storia non finisce certo in questo modo. Quando avviene un aumento di qualsiasi delle componenti a cui mi sono riferito; la parte economica riguardante l’un terzo, lievitando il prezzo, l’agenzia delle entrate applica le tasse non solo a questa parte, ma fa pagare sull’intero conto: dunque anche sulle tasse. Così siamo arrivati a raggiungere il Guinness dei Guinness: pagare tasse sulle tasse.