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Conseguenze e cause

Ecco un altro tormentone che durerà giorni e giorni fino allo sfinimento dei telespettatori: il finanziamento della Fondazione legata a Matteo Renzi, che rastrellava soldi per finanziare l’attività politica dell’ex Presidente del Consiglio e fondatore del nuovo partito centrista Italia Viva. Ora si sta indagando per verificare se il finanziamento abbia aggirato il sistema di sostegno finanziario lecito e se comunque i soldi siano stati versati in cambio di qualcosa che Renzi avrebbe già fatto o promesso di fare, contravvenendo alle norme di legge sul voto di scambio. Naturalmente ci sarebbe da chiedersi perché proprio ora si indaghi e a distanza di 3 anni, e non quando ‘il fiorentino’ esercitava il ruolo di  Presidente del Consiglio dei Ministri; ma questo è un’altro discorso.

Quello che è importante approfondire in questa storia ed ancora tante altre vicende simili, è il perché in Italia ci si batte fortemente il petto sulle conseguenze di comportamenti sbagliati, e mai sulle cause che li provocano. Infatti la distorsione del sistema democratico, quando ci si avvale di capitali messi a disposizione dalle imprese per i singoli leader politici, e la cattiva concorrenza tra imprese a ragione dello scambio denaro ‘per coperture’ offerte al finanziatore, sono provocate dalla rarefazione del finanziamento pubblico dei partiti, avvenuto in questi lunghissimi anni di cosiddetta seconda repubblica. Tutti sanno che in campagna elettorale ogni forza politica impiega copiose risorse finanziarie; da qualche parte le dovranno pur prendere. Ma sappiamo che una cosa è il finanziamento pubblico, un’altra cosa sono i finanziatori privati italici o stranieri o addirittura persone molto facoltose che fanno direttamente politica. L’altro nodo riguarda il fatto che i denari del finanziamento pubblico, proprio a causa dell’assegnazione da parte dello Stato a un Partito, favorisce la sorveglianza degli organismi collettivi interni quando vengono a conoscenza della entità della somma, e dunque  è più facile che si sviluppi la sorveglianza, e la compatibilità con le finalità di interesse democratico. Il finanziamento privato ,invece,segue altre strade: si concede sicuramente al leader, il quale spesso condivide risorse solo con la cerchia di persone più prossima; tutto in un ambito opaco per non dire altro. È possibile che non si sia mai approfondita ogni implicazione della rimozione del finanziamento pubblico. Purtroppo alcuni nel tempo hanno favorito questa decisione per populismo, altri per menefreghismo, e sono sicuro altri per svariate motivazioni, a tavolino hanno lavorato perché si giungesse ad un momento così critico per la Repubblica.

Raffaele Bonanni

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