Si è dimesso Raffaele Cantone, il magistrato napoletano, incaricato sin dal 2012 di dirigere l’Anac, l’organismo anticorruzione negli appalti pubblici. Torna a svolgere il ruolo di magistrato, perché ha avvertito che “c’è in essere un nuovo approccio sull’Anac e sul suo ruolo”. In soldoni ha voluto dire che l’attuale governo, con il varo di svariate norme semplificative per gli appalti pubblici, nei fatti ha segnato una sfiducia sull’organismo da lui coordinato. Credo che il governo più che sfiduciarlo, si è posto il problema di incrementare la velocità degli iter per la spesa pubblica, per superare l’imbarazzante stallo della spesa in ogni settore pubblico. Certamente la trasparenza è fondamentale, ma non si ottiene affastellando procedure su procedure. Paradossalmente in taluni casi, gli eccessivi controlli possono persino a portare ad opacità, quando vengono condotti da funzionari pubblici infedeli. È indubbio che Cantone ha avuto un comportamento ineccepibile, ma personalmente ho sempre pensato che le responsabilità degli amministratori pubblici vengono più alla luce se ne rispondono da soli di fronte alla opinione pubblica ed agli pubblici poteri. Infatti, piu livelli di controllo ci sono, e più è facile la confusione che i corrotti prediligono.
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