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Vanni (For a Smile onlus): “La Pet Therapy ridona il sorriso ai bimbi malati”

“Accade sempre qualcosa di straordinario quando un bambino ospedalizzato vede un amico a quattro zampe che gli corre incontro. Accade che la routine della vita ospedaliera all’improvviso cambi: si accende la curiosità e la voglia di scendere dal letto e giocare.

Così a Interris.it la dottoressa Ludovica Vanni, Presidente e Socio Fondatore di For A Smile onlus, un’organizzazione non lucrativa di utilità sociale che ha l’obiettivo di mantenere alta la sensibilità sui problemi dell’infanzia e di migliorare la qualità della vita e l’incremento del benessere dei bambini, attivando e sostenendo le loro risorse di crescita e progettualità individuale.

Dopo due anni di stop dovuto alla pandemia, è ripartito in 8 ospedali italiani – compresa la sede di Santa Marinella dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesùil progetto “Basta una zampa” di Dog e Pet Therapy in scuole e ospedali. 

In questi ultimi 6 anni, la Dog Pet Therapy di For a Smile ha incontrato 45.500 bambini e bambine di tutta Italia, tra le attività nelle scuole e negli ospedali.

Abbiamo intervistato l’ideatrice Ludovica Vanni per raccontarci cosa è e come si svolge la Dog e Pet Therapy e dei suoi benefici sui piccoli pazienti.

L’intervista a Ludovica Vanni di For a Smile onlus

Perché il nome For a Smile?

“For a Smile significa letteralmente ‘per un sorriso’. L’obiettivo della onlus è quello appunto di portare la leggerezza della gioia e del sorriso in luoghi del mondo spesso travagliati attraverso delle iniziative mirate. In Congo ad esempio abbiamo creato una casa per le ragazze di strada; in Kenya un reparto pediatrico per il Cottolengo per assistere le mamme in gravidanza”. In Italia abbiamo diverse iniziative: il kit bebè per assistere il neonato nei primi sei mesi di vita; il bonus solidale per famiglie indigenti con minori per acquistare farmaci, pagare la mensa, i libri etc. Infine, è nato il progetto Basta una Zampa di Dog-Pet therapy negli ospedali e nelle scuole”.

Come è nata l’idea di For a Smile onlus? e il progetto Basta una zampa? C’è stato un caso specifico che l’ha ispirata?

“L’idea è nata a Torino al Dental School – un centro di eccellenza per l’assistenza e la ricerca in campo odontostomatologico – dove vengono seguiti bambini con problematiche varie, come l’autismo o altro. Col cagnolino in grembo, i bimbi si facevano visitare e curare senza problemi, nonostante la difficoltà per questi piccoli pazienti speciali di stare fermi e con la bocca spalancata per tanto tempo. Un grande aiuto per i bambini, ma anche per i medici e per le famiglie dei minori coinvolti. Da lì siamo partiti e ci siamo allargati ad altre strutture ospedaliere. Ad oggi, gli ospedali coinvolti sono 8 in diverse regioni italiane”.

Qual è la vostra attuale iniziativa?

“Dopo due lunghi anni di sospensione delle attività negli ospedali, sono ripartite con grande emozione le sessioni che vedono i cagnolini insieme ai bambini ospedalizzati. E abbiamo ripreso gli incontri I.A.A. (Interventi Assistiti con gli Animali) con i coadiutori professionisti e i loro cagnolini da ottobre del 2022 in 8 ospedali in Italia. E’ stato bellissimo vedere i cagnolini di For a Smile Onlus tornare nelle corsie degli ospedali pediatrici italiani! Questo è stato possibile grazie al progetto nazionale ideato e sostenuto dalla Onlus ‘Basta una zampa’ di Dog-Pet Therapy”.

Chi sono i beneficiari?

“Nella maggioranza dei casi vengono attivati interventi con bambini, anziani, persone con disabilità o disturbi psichiatrici, a scuola o in ospedale. Interagire con un animale può voler dire per un bambino sviluppare processi di apprendimento più rapidi e imparare a prendersi cura di qualcuno diverso da sé”.

Quali sono gli ospedali dove operate?

“Gli 8 ospedali coinvolti sono: Molinette Dental Scool, il reparto di odontoiatria d’emergenza su disabilità psico-fisiche pediatriche di Torino; MARTINI; sempre Torino. L’Istituto Neurologico CARLO BESTA; l’Ospedale SAN RAFFAELE; l’Ospedale SANTI PAOLO E CARLO, tutti di Milano. L’Ospedale SAN BASSIANO e SANTORSO di Vicenza. Infine, a Roma, l’Ospedale Pediatrico BAMBIN GESÙ sede Santa Marinella, Reparti di Neurospichiatria infantile e Neurologia dello sviluppo con il sostegno del dottor Enrico Castelli, responsabile dell’unità di ricerca di neuroriabilitazione dell’Ospedale”.

Quali differenze tra i vari ospedali?

“In ogni ospedale portiamo avanti una specificità. Al San Raffaele seguiamo i bambini diabetici; al San Paolo i preadolescenti con disturbi alimentari; al Besta in neurologia, al Bambino Gesù al reparto di neuroriabilitazione. Dunque aiutiamo nella riabilitazione funzionale i bambini agli arti superiori o più spesso a quelli inferiori. Il progetto è partito grazie al sostegno della struttura della Santa Sede e del primario, il dottor Enrico Castelli, responsabile dell’unità di ricerca di neuroriabilitazione dell’Ospedale, che ha notato quanto un cane possa motivare un bambino alla riabilitazione, ad alzarsi e camminare, pur di portare a spasso il suo amico a quattro zampe. Anche le famiglie sono entusiaste dei risultati!”.

Dog-Pet therapy: quali benefici?

“La Dog-Pet Therapy aiuta i piccoli pazienti ad aumentare la fiducia in se stessi, riducendo la tensione e migliorando il loro benessere psico-fisico, donando così gioia anche alle loro famiglie. Grazie alla relazione con l’animale i bambini possono trovare un nuovo entusiasmo e motivazione nell’affrontare piccoli compiti quotidiani e sperimentare una modalità facile e spontanea di interazione. Accarezzarlo e coccolarlo provoca un gradevole contatto fisico e stimola creatività e capacità di osservazione.

Tra i tantissimi benefici riconosciuti, quale a suo dire il più importante?

“Il rapporto che si instaura tra un bambino e il cane è davvero speciale: un ritorno alla natura, alla bellezza del mondo che ci circonda. Un momento di gioia e di sorrisi: se vicino al bimbo ospedalizzato o in classe c’è un cane felice, è felice anche il piccolo! Gli animali portano un grandissimo beneficio, come anche evidenziato recentemente da un’importante ricerca canadese svolta nei pronto soccorsi. La ricerca ha evidenziato come i cagnolini portino serenità e tranquillità ai pazienti e anche alle persone in attesa al pronto soccorso: il lobo centrale del cervello sviluppa serotonina – l’ormone del benessere – e fa abbassare la pressione, la glicemia, il cortisolo”.

Cosa succede durante gli incontri di Dog-Pet Therapy in ospedale e a scuola?

“I singoli incontri si strutturano di volta in volta, in base alle esigenze del gruppo o del bambino/bambina. L’obiettivo resta comunque quello di lavorare sulle emozioni, abbassare il livello di stress e di malessere”.

Come?

“Con attività ludiche in grado di promuovere la corretta interazione uomo-animale e di aiutare i più piccoli ad allenare alcune capacità utili per vivere meglio le emozioni e affrontare con più forza le difficoltà. La relazione e la sintonia che si instaurano con il cane portano a provare emozioni nuove, a sperimentare situazioni diverse e a comunicare in altro modo e con un linguaggio diverso. L’armonia che i coadiutori IAA instaurano con il cane, il quale non giudica, non rifiuta, si dona, stimola sorrisi e non ha pregiudizi, aiuta i più piccoli a trarre fiducia in se stessi e sostegno per affrontare le sfide della vita quotidiana. In tal senso, la Dog-Pet Therapy può aiutare a sviluppare delle vere e proprie ‘life skills’, ossia un insieme di abilità sociali, cognitive e personali che consentono di affrontare positivamente le sfide riservate dal quotidiano. Inoltre, in classe, il cane è un aggregante e crea gruppo”.

Cosa auspica per l’immediato futuro?

“Di continuare e di ampliare le nostre attività all’interno dei vari reparti pediatrici italiani. Dimostrando ulteriormente i benefici della presenza dei cani in scuole e ospedali. La Pet Therapy è infatti una terapia salutare a tutti gli effetti regolamentata dal Ministero della Sanità. L’obiettivo finale non è però soltanto in termini di benefici alla salute, ma è la gioia: l’amore incondizionato di un cane, infatti, riporta il sorriso sul volto dei bambini malati”.

Milena Castigli

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