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Risposta umanitaria agli effetti del terremoto in Turchia. Ecco cosa manca

In Turchia le Nazioni Unite hanno chiesto un miliardo di dollari per finanziare le attività di risposta umanitaria agli effetti del terremoto. E  400 milioni di dollari per la Siria. Nell’ambito dei piani di risposta alla catastrofe, la parte dell’UNHCR è pari a 201 milioni. L’appello delle Nazioni Unite al momento, è finanziato solamente al 12 per cento per la Turchia e al 59 per cento per la Siria. In visita nelle aree devastate dal terremoto in Turchia e Siria, l’Alto Commissario Filippo Grandi chiede di assicurare maggiore sostegno ai sopravvissuti.

Alloggi collettivi

In Turchia, l’Alto Commissario ha incontrato famiglie turche e siriane che hanno perduto tutto a causa del terremoto. E che, ora, insieme ad altre migliaia di persone, sono accolte in un campo di alloggi container. Le famiglie hanno espresso alle autorità la propria gratitudine per l’aiuto ricevuto. E hanno riconosciuto come la comunità di agenzie umanitarie e le autorità turche stiano assicurando assistenza a tutte le persone che ne abbiano bisogno. Indipendentemente dal fatto di essere titolari di cittadinanza o dallo status giuridico. In Siria Grandi ha incontrato famiglie accolte all’interno di alloggi collettivi. E che erano già state costrette a fuggire in più occasioni. Prima dal conflitto che ha dilaniato il Paese e ora a causa del terremoto.

Sos Turchia

La tragica condizione delle persone scampate al sisma chiarisce le enormi difficoltà causate da dodici anni di conflitto ai danni del popolo siriano e le distruzioni arrecate alle infrastrutture del Paese, quali servizi essenziali come l’approvvigionamento idrico e l’erogazione di corrente elettrica. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati ha concluso una visita di cinque giorni nelle aree devastate dal terremoto in Siria e in Turchia. Filippo Grandi ha incontrato i  sopravvissuti. Persone che hanno subito danni. Operatori umanitari impegnati sul campo a garantire sostegno immediato alla popolazione colpita. Nei due Paesi il terremoto ha causato la morte di 54.000 persone. E ha provocato distruzioni di grave entità in un’area abitata da oltre 23 milioni di persone. Molte delle quali erano già state costrette a fuggire. Sia all’interno della Siria sia oltre confine. Entrando in Turchia come rifugiati in dodici anni di conflitto.

Devastazione apocalittica

“Il livello di distruzione e devastazione è scioccante e, in molte aree, lo scenario è apocalittico”, ha dichiarato Grandi. “A causa di quest’evento tragico e terribile, milioni di persone hanno subito perdite, ferite e traumi. E molte altre sono state costrette a fuggire”. Passando in rassegna i danni, Grandi ha inoltre rivisto e discusso le attività di risposta umanitaria da assicurare in tempi rapidi con le autorità dei due Paesi. In Turchia, oltre ad Ankara, l’Alto Commissario si è recato in visita nell’Hatay e a Gaziantep. In Siria, ha visitato Lattakia, Hama e Damasco. E ha intrapreso un viaggio oltre confine per incontrare le persone colpite dal terremoto. E altri sfollati nel nordovest della Siria.

Copyright: Unhcr

Prima necessità

L’UNHCR e i partner umanitari, in particolare quelli impegnati sul campo a livello nazionale e locale, continuano a intensificare l’assistenza nei due Paesi. Operazione che richiede con urgenza maggiore supporto a livello internazionale. Dal giorno del terremoto, l’UNHCR ha consegnato decine di migliaia di tende, letti, materassi, coperte termiche. E altri beni di primissima necessità. “Le esigenze rilevate sul campo in entrambi i Paesi sono di elevata criticità. Ed è pertanto necessario assicurare maggiori risorse alle attività di risposta”, ha aggiunto Grandi. “Pur essendo di fondamentale importanza concepire e supportare misure a più lungo termine, è necessario garantire sempre più aiuti umanitari. E  risorse utili ad avviare una prima fase di ripresa. Affinché le persone possano iniziare a ricostruire la propria vita e a sostentarsi”.

Distruzioni

Oltre il 90 per cento delle persone in Siria oggi vive al di sotto della soglia di povertà. “Torno in Siria regolarmente da quasi 20 anni e, ovunque io sia stato, non ho mai assistito prima d’ora a questi livelli di privazione e disperazione. È inconcepibile che così tante persone siano state lasciate con così poco per così tanto tempo. È necessario assicurare loro tutto il sostegno a cui hanno diritto. Per noi, oggi, costituisce un imperativo umanitario intensificare le attività di assistenza e avviare la prima fase di ripresa in tutto il Paese. È di fondamentale importanza arrivare a tutti coloro che necessitano assistenza, ovunque si trovino”, conclude Grandi.

 

 

Giacomo Galeazzi

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