Due delibere approvate dalla giunta toscana nel corso di una delle ultime sedute, su proposta dell'assessore al diritto alla salute e al sociale Stefania Saccardi prevedono sei milioni per azioni di contrasto al gioco d'azzardo patologico. La prima prenota, per l'annualità 2017, la somma di 2.843.095 assegnata dal Ministero della salute per l'implementazione del Piano regionale di contrasto al gioco d'azzardo. La seconda destina 3.152.051 alle Aziende sanitarie per la realizzazione di attività di prevenzione, cura e riabilitazione delle persone con disturbo da gioco d'azzardo. Il Ministero della Salute ha istituito un Fondo per il contrasto al Gap (Gioco d'azzardo patologico), ripartito tra le Regioni. La seconda delibera, Riparto alle Asl del Fondo indistinto dei Lea, quota finalizzata alla prevenzione, cura e riabilitazione del disturbo da gioco d'azzardo, annualità 2019, destina alle Aziende sanitarie la somma complessiva di 3.152.051, così ripartita: Asl Toscana centro: 1.373.422; Asl Toscana nord ovest: 1.076.459; Asl Toscana sud est: 702.168.
“In Toscana siamo da tempo impegnati in azioni di contrasto a tutti i tipi di dipendenza – dice l'assessore Stefania Saccardi su redattoresociale.it – Quella dal gioco d'azzardo sta diventando sempre più preoccupante, perché coinvolge un numero crescente di persone di tutte le età, che si lasciano tentare dal gioco, fino a far diventare questa passione una vera patologia. Noi abbiamo varato un Piano regionale di contrasto al gioco d'azzardo, e una campagna di comunicazione, con un numero verde dedicato. Con queste due delibere destiniamo nuove risorse per contrastare in maniera sempre più decisa ed efficace il gioco d'azzardo patologico”. Il Piano regionale di contrasto al Gap, alla cui realizzazione sono destinate le risorse, si propone di: concorrere alla rimozione delle cause sociali e culturali che possono favorire le forme di dipendenza da gioco; promuovere una risposta coordinata, integrata e continuativa alle persone che manifestano un problema di gioco d’azzardo patologico; agire prevalentemente sul versante della prevenzione, non trascurando indispensabili azioni di conoscenza e ricerca approfondita del fenomeno a livello provinciale e regionale, né azioni tese alla formazione/informazione di tutti gli operatori coinvolti nella tematica, sia dei servizi e degli Enti pubblici che delle Associazioni di volontariato, del terzo settore e dei gruppi di mutuo-auto-aiuto.
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