Mentre proseguono le indagini e lo scontro diplomatico sulla sua morte, il volto del giornalista Jamal Khashoggi compare sulla copertina di Time, assieme a quello di altri giornalisti denominati “guardiani”, come persona dell'anno 2018. Un riconoscimento al sacrificio suo e di altri colleghi nella loro difficile “guerra per la verità”, come l'ha definita il settimanale nelle motivazioni della sua scelta. Non era mai accaduto, finora, che la nota rivista scegliesse una persona deceduta per la sua copertina e come “persona dell'anno”: una decisione presa perché, come spiegato dal gruppo editoriale, “è anche la prima volta che l'influenza di una persona cresce in modo così considerevole dopo la sua morte”. Sono in tutto quattro le copertine che Time ha dedicato ai “guardiani”.
Come spiegato dal direttore editoriale della testata americana, Edward Felsenthal, “studiando le scelte per il 2018 ci è apparso chiaramente che la manipolazione e l’abuso della verità sono stati il comune denominatore di tante delle più grandi storie dell’anno”. Per questo la scelta è ricaduta su Jamal Khashoggi e su altre tre personalità come la filippina Maria Ressa (nel mirino del presidente Duterte) e i due reporter birmani Wa Lone e Kyaw Soe Oo, cronisti di Reuters ed entrambi arrestati. Ma anche cinque giornalisti di Capital Gazette, nel Maryland, uccisi durante un assalto alla loro redazione. Sono stati loro e il loro lavoro a guadagnarsi la copertina, dedicata alla persecuzione contro l'attività di giornalista svolta nell'avversità dei rispettivi governi.
I “guardiani” hanno preceduto, nella graduatoria del gruppo editoriale, altre personalità come Donald Trump (che sulla prima di Time comparve nel 2016) e addirittura il suerprocuratore Robert Mueller anche se, come precisato da Felsenthal, “quest'anno era troppo presto”. Tuttavia, il direttore, dà l'appuntamento all'anno prossimo: “Per come stanno andando le cose potrebbe toccare a Mueller la copertina della Persona dell'Anno 2019″.
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