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Si dimette la numero due Penny Lawrence

Inizia a sortire i primi effetti concreti lo scandalo sessuale che ha colpito Oxfam, una delle più grandi ong del mondo: Penny Lawrence, numero due dell'organizzazione, si è infatti dimessa dopo essersi assunta “la piena responsabilità” del comportamento di alcuni funzionari ad Haiti e in Ciad, dove si sarebbero verificati gli episodi di cui questi sono accusati. Ma non solo: Lawrence ha anche ammesso la mancata adeguatezza nella gestione delle due vicende da parte dei vertici di Oxfam, dicendo di vergognarsi per quanto accaduto e che, da capo dei programmi internazionali all'epoca dei fatti, era suo dovere rinunciare al ruolo.

L'inchiesta

“Sono fortemente rattristata – ha detto ancora l'ormai ex numero due – per il danno e la sofferenza che questo ha prodotto per i sostenitori di Oxfam, per il più ampio settore della cooperazione e per gran parte delle persone bisognose che avevano fiducia in noi”. L'ong, infatti, è stata accusata di aver mal gestito la situazione, incappando in un'inchiesta giornalistica del “Times” che ha rivelato il presunto impiego di fondi destinati alle missioni umanitarie per organizzare incontri con prostitute sia ad Haiti, durante le operazioni umanitarie per il terremoto catastrofico del 2010 (circa 300 mila morti), e nel Paese africano, nel 2006. Nelle scorse ore, era stato fatto il nome anche di altre organizzazioni non governative.

Ue: “Tolleranza zero”

E, parallelamente alla crescita del caso, l'Union europea ha iniziato a far sentire la propria voce, annunciando che, qualora non fosse fatta definitiva chiarezza sulla vicenda, potrebbe apportare un netto taglio delle risorse per le missioni della ong: un importo che, quest'anno, è stato pari a 53,7 milioni di euro. Va da sé che la complessa situazione che ha coinvolto l'organizzazione non ha mancato di provocare ripercussioni negative sul nome stesso dell'organizzazione. Secondo alcuni media inglesi, inoltre, alcuni sostenitori pare abbiano smesso di effettuare le proprie donazioni. La stessa Unione aveva ribadito la sua linea, premendo su “un approccio di tolleranza zero verso qualsiasi accusa di cattiva condotta da parte di organizzazioni che ricevono i nostri fondi. Siamo pronti a rivedere, e se ce n’è la necessità a cessare i fondi a qualsiasi partner che non rispetti gli alti standard etici”. Nella giornata di ieri, anche il ministro per la oOoperazione inernazionale, Penny Mordaunt, aveva definito quanto stava accadendo “un fallimento morale”.

redazione

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