C'è soddisfazione nel “mondo” del Family Day dopo l'incontro con il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, e il senatore Simone Pillon nella sede del Miur. Obiettivo: aprire un canale di dialogo con il responsabile della scuola per assicurare a genitori e studenti il pieno rispetto della libertà educativa.
“Registro con soddisfazione una condivisione di vedute in merito alla responsabilità primaria dei genitori sull’educazione dei loro figli su temi eticamente sensibili – ha commentato il presidente del Comitato Difendiamo i nostri figli e leader del Family Day, Massimo Gandolfini – a questo incontro ne seguiranno altri in un clima di fattiva collaborazione, con lo scopo di mettere al centro la dignità dei bambini di fronte a tematiche sensibili che investono il loro sviluppo psichico e culturale. Il Family daycontinuerà la sua opera di difesa dei diritti dei genitori e di tutela dello sviluppo delle nuove generazioni, sempre nel rispetto rigoroso delle garanzie costituzionali”.
Il presidente di Pro Vita Onlus, Toni Brandi, ha apprezzato “la disponibilità e l’attenzione che ha avuto il ministro nei confronti delle associazioni pro famiglia”. Al responsabile del Miur, ha precisato il presidente di Generazione Famiglia, Jacopo Coghe: “Abbiamo ribadito l’importanza della priorità educativa dei genitori come da dettato costituzionale. E abbiamo registrato con lui una grande sintonia a proposito del dovere dello Stato di garantire alla famiglia ‘società naturale fondata sul matrimonio’, quei diritti inviolabili che l’art.29 Cost. riconosce preesistenti allo Stato stesso, in base al principio di sussidiarietà”.
Giusy D'Amico (presidente di “Non si tocca la Famiglia“) ha spiegato come si è arrivati all'incontro odierno: “In questi anni a fronte di un ripetuto malcontento di moltissime famiglie per la loro estromissione dalla partecipazione dei figli a percorsi educativi su temi sensibili soprattutto di educazione affettiva, sessuale, di genere, di prevenzione alle discriminazioni spesso attuate in chiave ideologica, abbiamo tentato in ogni modo di tutelare la loro libertà ad essere i primi educatori dei figli su tematiche tanto importanti ma anche delicate e complesse”. A Bussetti, ha proseguito, “abbiamo comunicato il nostro impegno per garantire la tutela del loro primato educativo sancito dalla Costituzione e dalle numerose normative scolastiche che già contemplano la partecipazione attiva dei genitori, richiamate anche nelle recenti Linee Guida (…) dove la citazione all’articolo 30 della Costituzione, all’articolo 26 della Dichiarazione Universale dei diritti dell’Uomo ha riaffermato il principio del coinvolgimento delle famiglie nelle proposte dell’ampliamento dell’offerta formativa mediante il loro consenso”. Norme che, tuttavia, vengono spesso disattese. “Abbiamo sottolineato al ministro come il Pec sia uno strumento di corresponsabilità e l’istituzione scolastica non può utilizzarlo come una delega in bianco per attuare qualsiasi tipo di percorso educativo, perché il collegamento al piano dell’offerta formativa non offre alle famiglie il dettaglio esaustivo delle proposte in esso contenute e troppo spesso si è rivelato inconcludente sul piano della reale consapevolezza di quanto veniva offerto ai propri figli”.
Infine la richiesta affinché la trattazione di temi sensibili, che non attengono alle discipline obbligatorie, vanga comunicata ai genitori attraverso “schede tecniche dettagliate che forniscano tutte le informazioni specifiche su chi attuerà il progetto, come, con quali strumenti didattici, quando e avvalendosi di quali esperti, per offrire un quadro davvero trasparente con il quale dare consapevole assenso”. A Bussetti è stato, poi, rinnovato l'invito a partecipare all'Evento: “Sapere per educare” che si svolgerà il prossimo 29 settembre a Roma.
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