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Parte la battaglia contro il gender in Rai

L’estate scorsa ha suscitato grandi aspettative nei gruppi pro-famiglia l’elezione di Marcello Foa a presidente della Rai. Non solo perché è considerato un giornalista libero e dall’ampio bagaglio d’esperienza, ma perché nel periodo in cui è stato collaboratore de Il Giornale, con alcuni suoi articoli Foa ha preso posizione contro il proliferare dell’ideologia gender denunciando l’imposizione di “modelli che tendono a sradicare identità centrali insite nella natura umana” come quella sessuale. Le aspettative della numerosa platea del Family Day, tuttavia, sembrano essere state disilluse, almeno finora. Il 2019 si è aperto con una polemica nei confronti del Servizio Pubblico perché è andato in onda, in prima serata, un film in cui si assiste, a un certo punto, a un bacio tra due uomini. Ma non solo. Pochi giorni dopo ha provocato un vespaio di polemiche l’apparizione su Raitre, in seconda serata, del noto trans ed ex parlamentare Luxuria, nel corso del programma Alla Lavagna. Davanti ad una classe di bambini, Luxuria ha parlato della propria storia spiegando che “gay o trans si nasce”. Il fatto, che è stato ritenuto da più parti “inaccettabile”, è finito in Vigilanza Rai con un’interrogazione del sen. Simone Pillon (Lega).

“No a una Rai megafono di teorie radical-chic”

Lo stesso senatore del Carroccio, tra i volti noti del Family Day, ha lanciato quest’oggi dal Senato una battaglia per “ristabilire il pluralismo e rigore scientifico” nel Servizio Pubblico radiotelevisivo. Insieme al presidente del Family Day, Massimo Gandolfini, egli ha denunciato che “da troppi anni la Rai è megafono di teorie radical-chic che nulla hanno a che fare con il dovere di informazione e non rappresentano il Paese reale”. Nel caso in questione – ha spiegato Gandolfini -, in cui Luxuria “ha tentato di spiegare con diverse inesattezze scientifiche la disforia di genere”, è stato imposto “un indottrinamento senza possibilità di alcun contraddittorio”. Del resto – ha aggiunto il neurochirurgo bresciano – la Rai è pagata dai cittadini italiani, pertanto dovrebbe offrire “legittima possibilità a tutti di esprimere le proprie idee”. E così si torna sulle attese che aleggiavano l'estate scorsa intorno a viale Mazzini. “Non abbiamo notato nessuna discontinuità con la gestione precedente della Rai – ha affermato Gandolfini -, così abbiamo deciso di chiedere che, qualora nel palinsesto si vogliano affrontare tematiche così delicate, per giunta davanti a dei minori, venga quantomeno dato spazio anche ad idee diverse e ai genitori”. Riporta a tal proposito l'articolo 26 della Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo che non la tv di Stato, bensì “i genitori hanno diritto di priorità nella scelta del genere di educazione da impartire ai loro figli”. Gandolfini allarga lo sguardo “a tutta l'offerta televisiva del Servizio Pubblico” affinché – ha affermato – venga fermato “il solito cavallo di Troia per introdurre un'ideologia” attraverso il tubo catodico.

Pillon: “Chiediamo un'audizione al direttore di Raitre”

L'attenzione, quindi, non è rivolta solo verso una sola trasmissione. Nel suo intervento, il senatore Pillon ha spiegato che non solo Alla lavagna, ma anche La Tv delle ragazze – Gli stati Generali 1988-2018' resta sotto i riflettori per l'intervento dell'attrice Angela Finocchiaro che, rivolgendosi a una platea di bambine, ha dichiarato che “Gli uomini sono tutti pezzi di m….” e alla domanda da parte di una bambina se lo fosse anche il suo papà, ha risposto: “Soprattutto il tuo papà”. Le informazioni ricevute dal Servizio Pubblico dopo l'interrogazione partita dal senatore leghista è stata da lui ritenuta “del tutto insufficiente”. Egli chiede allora “un'audizione al direttore di Raitre“, per chiedere “il motivo per cui le ragazzine dovrebbero sentire insulti al loro papà e perché dovrebbe venire promosso davanti a dei minorenni il concetto dell'indifferentismo sessuale”. Nella Sala Nassiriya del Senato c'è comunque un clima di fiducia perché – riflette Pillon ricordando il sostegno del presidente statunitense Donald Trump alla Marcia per la Vita di Washington – “siamo a una svolta epocale della storia” per cui “il buonsenso si sta affermando”.


Massimo Gandolfini e Simone Pillon in Senato

Federico Cenci

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