Costretti a marciare a piedi per decine di chilometri nel deserto per non morire. E' la sorte – denunciata dall'agenzia dell'Onu per le migrazioni – di migliaia di migranti espulsi dall'Algeria nel deserto e lasciati lì senza viveri né acqua.
Secondo quanto riporta il capo della missione dell'Oim in Niger, Giuseppe Loprete, solo nelle ultime ore ben 391 migranti provenienti da 16 paesi sarebbero stati abbandonati alla frontiera. Inoltre, riporta l'Associated Press, il Paese nordafricano avrebbe asciato più di 13.000 migranti nel deserto del Niger e del Mali da maggio 2017, costringendoli a camminare o morire. L'Oim stessa ha trovato molti migranti mentre vagavano nel deserto. Molti testimoni hanno riferito all'Ap di aver visto morti lungo la strada.
L’Onu aveva inviato lo scorso maggio una squadra umanitaria per indagare sulla situazione. Per diverse settimane, le espulsioni sembravano essere state sospese. Invece, sembra che il governo di Algeri avrebbe tenuto in isolamento per tutto questo tempo decine di migranti nei centri di detenzione per poi riprendere le espulsioni nei giorni scorsi.
Di parere diametralmente opposto il governo algerino. Un alto funzionario del ministero dell’Interno di Algeri, Hassen Kacimi, ha evidenziato come il suo Paese avrebbe chiesto aiuto alla comunità internazionale per gestire i flussi migratori, ma che le Nazioni Unite avrebbero fatto troppo poco per risolvere il problema. “Un’ondata di persone in cerca di aiuto sta invadendo il sud dell’Algeria”, avrebbe spiegato Kacimi. “Prima di raggiungere il Paese i migranti sono abbandonati nel deserto ed è l’Algeria che li salva offrendo assistenza umanitaria”.
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