L'Italia è il terzo Paese dell'Unione europea ad aver incrementato il numero di giovani in difficoltà: dal 2010 al 2015 sono passati da poco più di 700mila a quasi un milione. L'allarme è stato lanciato dal Rapporto 2017 su povertà giovanili ed esclusione sociale in Italia “Futuro Anteriore”, realizzato da Caritas italiana e presentato ieri a Roma nella sede dell’Associazione stampa estera in vista della prima Giornata mondiale dei Poveri del 19 novembre.
Nel dettaglio, nella fascia di età 18-34 anni è povero 1 su 10 e il rischio povertà ed esclusione sociale tocca il 37% dei giovani italiani. “Il futuro di molti giovani in Italia non è serenamente proiettato verso l‘avvenire. Siamo di fronte ad una sorta di futuro incompiuto, venato da difficoltà e arretratezze. Un 'futuro anteriore' appunto, in cui si guarda al futuro ma con lo sguardo rivolto al passato”. Don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana, nell’introduzione del rapporto, non nasconde la propria preoccupazione.
A preoccupare è la situazione dei minori: risulta che 1milioni 292mila siano in povertà assoluta (il 12,5% del totale). Particolarmente drammatica la condizione delle famiglie dove sono presenti tre o più figli minori per le quali l'incidenza della povertà sale al 26,8%, coinvolgendo quasi 138mila famiglie e oltre 814mila individui.
In Italia si registra un incremento dell'incidenza della povertà: in uno stato di grave povertà vivono 4 milioni 742 mila persone. Un dato che se confrontato con quello di dieci anni fa, in termini percentuali, fa registrare un incremento del 165,2 per cento del numero dei poveri. Quattro le categorie più svantaggiate: i giovani (fino ai 34 anni); i disoccupati o i nuclei il cui capofamiglia svolge un lavoro da “operaio e assimilato”; le famiglie con figli minori e i nuclei di stranieri e misti.
“I figli stanno peggio dei genitori e i nipoti peggio dei nonni”, sottolinea mons. Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana. “Il dato colpisce per la sua durezza, la crisi economica ci lascia un esercito di poveri superiore per entità alla popolazione di interi paesi dell'Unione europea. Le varie misure e provvedimenti di contrasto messi in campo dall'Unione, ma anche dall'Italia, fanno fatica a arrivare in periferia. Hai voglia a dire che il Pil è aumentato dello zero virgola… finché un giovane non sa dove andare a lavoro, finché non si arriva a percepire una possibilità reale, con tutto il rispetto, quegli annunci hanno il sapore della beffa. Se non arriva nelle tasche della gente questa possibilità, questa novità, finché uno non riesce a percepirla, non possiamo accontentarci”.
La diffusione della povertà fa aumentare il numero di persone che si rivolgono ai Centri di ascolto, che sono 1.801 collocati in 180 diocesi italiane. Essi hanno accolto 205.090 persone. Sono il 43,8% i nuovi utenti di questi Centri.
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