La formula inglese “to eat or to heat?” riassume il dilemma che assilla sempre più famiglie italiane da quando, negli ultimi due anni, tante diseguaglianze si sono inasprite e ha cominciato a trovarsi in difficoltà anche chi prima non lo era. La crisi su svariati livelli causata dalla pandemia di Coronavirus, gli aumenti dei costi delle materie prime e dell’energia a cui poi si è aggiunta la drammatica guerra in Ucraina, in un crescendo di incertezza e precarietà, incide su chi è già più fragile e chi, in questa sfortunata congiuntura, ci si è ritrovato. A questa domanda, tra scegliere cosa mettere in tavola e pagare le bollette, cerca di dare una risposta la rete di mense francescane Operazione Pane, 18 realtà diffuse in tutto il territorio nazionale da Torino a Bari, da Verona a Palermo. Per sostenerle, è stata lanciata una campagna solidale fino al 9 dicembre per raccogliere i fondi necessari “ad aiutare le mense a restare aperte e avere cura di chi è solo, non ha una rete di sostegno, vive in una condizione di grande fragilità e in questi luoghi può trovare un sorriso”, dice a Interris.it il direttore dell’Antoniano fra Giampaolo Cavalli. “Dare un pasto è insieme la risposta a una necessità e il punto di partenza di un percorso, mi auguro che per chi viene da noi la mensa sia un’esperienza transitoria”.
Un’esperienza che riguarda un numero sempre maggiore di persone, il 79% in più rispetto al 2019, secondo quanto rilevato da un’analisi di Antoniano sulle 18 strutture che si trovano a Palermo, Catanzaro, La Spezia, Bordighera, Torino, Verona, Bologna, Pavia, Monza, Milano, Lonigo, Voghera, Baccanello, due a Roma, Bari, Castellamare di Stabia, Parma. “Prima le famiglie che avevano bisogno della mensa dei poveri, il livello più basso dove non si riesce nemmeno a garantirsi il pasto, erano un numero esiguo”, dice fra Giampaolo, andato a crescere regolarmente negli ultimi tre anni. Erano 778 nel 2019, 1.210 nel 2020, 1.309 nel 2021 e sono 1.400 quest’anno, a causa principalmente dei fortissimi rincari sui beni di prima necessità. Le famiglie si rivolgono alle mense francescane per i pacchi alimentari, per un aiuto per gli acquisti di base come le penne e i quaderni per la scuola, o ancora per un contributo in modo da poter pagare le bollette. “Noi interveniamo a sostegno là dove la rete pubblica non riesce ad arrivare e tocchiamo con mano la fragilità che si allarga”, continua fra Giampaolo Cavalli.
I pasti al mese distribuiti nel corso del 2022 da questa rete di mense francescane per i poveri sfiorano soglia 39mila, il 6% in più rispetto ai 36.700 circa dell’anno scorso. Come detto, sono 1.400 i nuclei familiari che hanno ricevuto risposta alla loro richiesta d’aiuto, quasi 10mila persone in totale di cui 7mila i singoli – più 10% rispetto alle 6.300 persone del 2021. “C’è tanta povertà di cui non c’eravamo resi conto, la domanda di sostegno è molto grande perché quelle situazioni fragili sono diventate ancora più fragili”, spiega il direttore dell’Antoniano. Un’ulteriore conferma a questa constatazione è l’aumento delle richieste d’aiuto da parte dei giovani. “Una cosa inedita che è vediamo molti più giovani alle nostre mense, per loro in questo tempo è difficile trovare un lavoro e chi non ha intorno a sé una rete di sostegno vive una situazione davvero faticosa”.
La rete di Operazione Pane si fa prossima ai più fragili anche all’estero, portando il suo aiuto e la sua assistenza a chi vive nelle città massacrate dai conflitti in Siria e in Ucraina. Sono in totale cinque le strutture francescane sostenute da Operazione Pane, una ad Aleppo, in Siria, che aiuta tremila famiglie, una a Braila, in Romania, e tre in Ucraina, a Konotop, Odessa e Kiev. Queste ultime sono entrate nella rete nell’ultimo anno, ovviamente a causa della guerra in Ucraina, e distribuiscono pasti, beni di prima necessità e medicine, oltre a offrire assistenza agli anziani, mentre le suore del convento di Braila supportano le mamme e i bambini che attraversano il confine dell’Ucraina. “Chi è rimasto lì è più povero di chi è partito e non ha i mezzi per andarsene”, osserva fra Giampaolo Cavalli.
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