In Olanda, sempre più persone muoiono con l'eutanasia, che rappresenta il 4,5 per cento di tutti i decessi. Secondo i ricercatori, le richieste da parte di persone che non sono malati terminali stanno aumentando. “L'eutanasia è ora considerata un diritto”, dice Kees van Helden dell'organizzazione pro-vita Schreeuw om Leven (Cry for Life).
Come riporta il sito della piattaforma One of Us, la fondazione “Laatste Wil”, che promuove la “dolce morte”, ha annunciato di aver trovato la “perfetta pillola suicida”. Basterà quindi ingerire una pastiglia, per morire immediatamente (o quasi).
Si tratta dell'ultima frontiera in questo senso. “Una volta che abbiamo aperto la porta all'eutanasia, sapevamo che eravamo su un pendio scivoloso“, dice Van Helden. “In questo momento il pendio scivoloso è molto dietro di noi. Siamo già caduti e ci siamo schiantati!”.
Questa cosiddetta pillola suicida è in realtà una polvere che si dissolve in acqua. Bevendola, si incorrerebbe ad una morte indolore entro un'ora. Almeno, questo è ciò che l'organizzazione che promuove questa 'polvere di morte magica' vuole che il pubblico creda. L'unico effetto collaterale sarebbe un mal di testa grave, secondo Laatste Wil.
Tuttavia, esperti nel campo della farmacologia, della tossicologia e della biotecnologia sostengono che una tale polvere non esista. Anche gli esperti pro-eutanasia, come il noto medico Boudewijn Chabot, avvertono che questa polvere potrebbe portare a momenti orribili e dolorosi, con crisi epilettiche, nausea, mal di testa, vertigini e debolezza muscolare.
La pillola è comunque già legale, avverte One of Us, pertanto è possibile acquistarla in Olanda. 'Laatste Wil' sottolinea che la fornisce soltanto ai propri iscritti da almeno un anno e mezzo. Dopo questo annuncio, il numero di iscritti all'associazione pro-eutanasia è aumentato da 3.500 a 11.000.
Van Helden è preoccupato per la direzione intrapresa dall'Olanda. “Prima di tutto, questa polvere potrebbe cadere nelle mani sbagliate: potrebbe essere usata per un omicidio. Ma si può dire che sia già caduta nelle mani sbagliate, ovviamente”.
L'attivista pro-vita ricorda che ormai nel suo Paese “l'eutanasia non è più una via d'uscita per un paziente che soffre in modo insopportabile o quando la malattia è terminata”, ma si è trasformata in “una via d'uscita quando la vita diventa dura“. È così che la gente chiederà ai propri medici di essere uccisa, mentre la cura e l'attenzione potrebbe essere tutto ciò di cui hanno in realtà bisogno.
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