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Caso diserbanti: cosa è successo alla Bayer

Altra batosta per Bayer. Il colosso della chimica ha perso il terzo processo consecutivo sul diserbante Roundup di Monsanto, ora controllata dal gigante tedesco. Una giuria di Oakland, in California, ha stabilito che Bayer deve pagare più di 2 miliardi di dollari, precisamente 2,05 miliardi di cui un miliardo di dollari di danni punitivi, a una coppia – Alva e Alberta Pilliod – che avrebbe contratto il cancro in seguito all'uso di Roundup per oltre 30 anni. Lo riportano i media americani. La decisione della giuria, spiega Bayer in una nota dopo la decisione di Oakland, “è in conflitto diretto con le decisioni dell'Agenzia per la Protezione Ambientale e il consenso delle autorità sanitarie globali, secondo le quali i prodotti a base di glifosato possono essere usati in modo sicuro e non sono cancerogeni”. La sentenza ha provocato effetti anche alla Borsa di Francoforte, dove stamattina il titolo Bayer ha subito un tonfo. Il titolo, che è arrivato a perdere fino al 7,4% in avvio di seduta, affonda del 6,3% a 53,3 euro, il minimo da sette anni.

Il precedente

Nell'agosto scorso una sentenza contro Monsanto aveva avuto una enorme risonanza internazionale. Il glifosatol'erbicida di cui tanto si è discusso nei mesi scorsi, era tornato al centro del dibattito dopo una condanna, negli Stati Uniti, a un maxi-risarcimento di quasi 290milioni di dollari della Monsanto nei confronti di un uomo, il 46enne Dewayne Johnson, affetto da un linfoma non Hodgkin che secondo la giuria sarebbe stato causato dall'erbicida Roundup, un prodotto della multinazionale a base di glifosato. L'uomo è un giardiniere.

La difesa di Monsanto

La Monsanto si era espressa al riguardo. “Siamo solidali con il signor Johnson e la sua famiglia – affermava in una nota la multinazionale – la decisione della giuria non cambia il fatto che più di 800 studi e valutazioni scientifiche, incluse quelle dell'Agenzia per la protezione ambientale degli Stati Uniti, dell'Istituto Nazionale della Salute degli Stati Uniti, delle autorità di regolamentazione europee, quali Efsa ed Echa, e di tutto il mondo, hanno confermato che il glifosato non è cancerogeno, e non ha causato il cancro del signor Johnson”.

Simone Pellegrini

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