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Case dei diritti ed educazione sentimentale: “Teen Community”

Educazione sentimentale per fermare la violenza di genere. Un adolescente su due ha subito contatti fisici indesiderati da coetanei. A rivelarlo sono i dati choc della fondazione Libellula. Sono le ragazze ad avere una maggiore percezione delle forme di violenza. E ad essere più aperte a parlarne. Una differenza di percezione che si traduce in numeri preoccupanti. “I dati sottolineano l’importanza di intervenire tempestivamente. Occorre sensibilizzare i giovani sulle complesse dinamiche della violenza di genere. Vanno promossi valori fondamentali come rispetto, consenso ed equità”, afferma Debora Moretti. Fondatrice e presidente di Fondazione Libellula Impresa Sociale.

Gelosia

Solo il 33% dei ragazzi tra i 18 e i 19 anni ritiene inaccettabile che un ragazzo diventi violento in seguito a tradimento. Contro il 79% delle ragazze. E solo il 29% degli adolescenti non è d’accordo sul fatto che il controllo non è sinonimo d’amore (contro il 48% delle ragazze). In generale, dunque, le dinamiche alla base di una relazione affettiva sana sembrano non essere sempre chiare. Gelosia, possesso, aggressività e invasione vengono considerate come espressione d’interesse e attenzione da parte del partner. Infatti sono ritenute poco o per niente forme di violenza il controllare di nascosto il cellulare o i profili altrui (39%). Impedire al partner di accettare amicizie online (33%). Chiedere al partner con chi e dove è quando è fuori (33%). Dire al partner quali vestiti può o non può indossare (26%).

Sos sentimentale

Sono allarmanti i dati emersi dalla survey “Teen Community”. L’indagine è stata condotta da Fondazione Libellula. Per indagare la percezione della violenza di genere tra i giovani di età compresa tra 14 e 19 anni. Ed è stata presentata in un luogo emblematico quale la Casa dei Diritti a Milano. Il 48% ha subito contatti fisici indesiderati da parte di coetanei. Mentre il 43% ha ricevuto richieste sessuali e attenzioni non desiderate. Queste situazioni sembrano riguardare di più le ragazze. Che hanno una maggiore percezione delle forme di violenza. E sono anche più disposte a parlarne. Diversi studi scientifici dimostrano che avere esperienze dirette o indirette di violenza può provocare conseguenze. E può interferire sul proprio benessere psichico e sulle relazioni. Soprattutto se questo accade in una fase delicata come quella dell’adolescenza.

Caos sentimentale

Neppure i concetti di responsabilità individuale e di consenso sembrano essere chiari. Solo il 53% delle persone intervistate ritiene infatti che baciare qualcuno senza il suo consenso sia decisamente una forma di violenza, mentre per il 15% lo è per nulla o poco. Spesso questi comportamenti sono normalizzati e radicati come tali nella nostra cultura. Che contribuisce quindi all’ideale dell’amore romantico. Basato su una pulsione alla fusione. All’annullamento dei confini tra partner. E al possesso come indice della passione e dell’intensità della relazione. Contribuendo alla definizione di ruoli ben codificati. E alla creazione di rapporti di potere. “I dati sottolineano l’urgenza di intervenire. Per sensibilizzare le nuove generazioni sulle complesse dinamiche della violenza di genere. Il fatto che le ragazze siano in prevalenza vittime di episodi di molestie ci fa ben capire quanto questo problema sia radicato nella nostra cultura. E quanto quindi sia necessario promuovere una riflessione attiva tra i giovani. Responsabilizzando in primo luogo scuole e famiglie”,  avverte Debora Moretti.

 

Difficoltà relazionali

“Normalizzare questi atteggiamenti non potrà che perpetuare e quasi autorizzare episodi di violenza di genere. Ricordiamoci che i giovani di oggi saranno gli adulti di domani. Non a caso dalla survey ‘Lui’, realizzata qualche mese fa, emergeva un dato allarmante. Secondo cui un uomo su due ritiene che la violenza sulle donne sia un problema che non lo riguardi. È evidente dunque la necessità di un cambiamento strutturale. Che ci insegni il rispetto dell’altro. Della propria individualità e dei propri spazi. A prescindere dal genere”, continua Debora Moretti. Ma allora quanto impattano gli stereotipi di genere che le nuove generazioni hanno ereditato dalla società? Sembrerebbe molto, a giudicare dai risultati del sondaggio. Le ragazze, infatti, tendono a parlare di più delle esperienze di violenza. Vissute direttamente o indirettamente. Con familiari, amici o comunque persone adulte. Invece i ragazzi sembrano essere più propensi a non avere una rete di confronto emotivo. Gestendo spesso da soli queste situazioni. Probabilmente perché esternare le proprie emozioni è ritenuto “non da uomo”.

Dinamiche

Queste esperienze sono associate a sentimenti di paura, insicurezza, scarsa autostima e rifiuto. E si traducono spesso in difficoltà relazionali e comportamentali. Nasce dunque l’urgenza di educare le nuove generazioni a una cultura del consenso e del rispetto. Come strumenti per prevenire e contrastare la violenza di genere. La survey “Teen Community” realizzata da Fondazione Libellula ha coinvolto dunque quasi 400 ragazze e ragazzi di età compresa tra i 14 e i 19 anni in tutta Italia E ha cercato di indagare la percezione che in adolescenza si ha circa la violenza contro le donne. E le complesse dinamiche tra i generi. I dati emersi dal sondaggio certamente non sono rassicuranti. A partire dalle esperienze dirette di violenza. Il 48% degli intervistati ha dichiarato di aver subito spesso o a volte contatti fisici indesiderati da parte di coetanei. Allo stesso tempo il 43% afferma di aver ricevuto spesso o a volte richieste sessuali e attenzioni non desiderate. Si tratta di situazioni di cui sono vittime perlopiù le ragazze (55%). I ragazzi sono il 25%.

Giacomo Galeazzi

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