Lavoratori dello Iov di Padova donano due mesi e mezzo di ferie. E’ l’iniziativa di cinque dipendenti a favore di colleghi che hanno figli malati. “Guardandoti dentro puoi scoprire la gioia. Ma è soltanto aiutando il prossimo che conoscerai la vera felicità“, scrive Sergio Bambarén. Un concetto sintetizzato così da Carlo Collodi: “In questo mondo bisogna tutti aiutarsi l’uno con l’altro”.
Infermieri. Operatori socio-sanitari. Tecnici. All’Istituto Oncologico Veneto cinque dipendenti del comparto ospedaliero di Padova hanno donato 81 giorni di ferie non godute. A beneficio dei colleghi bisognosi di “tempo” per accudire figli minori malati. Complessivamente oltre due mesi e mezzo. Pari a 561 ore. E altri sei dipendenti si sono detti disponibili a fare altrettanto. Facendo lievitare così il “monte” della solidarietà.
Lo Iov è l’unico istituto del Veneto destinato in maniera specifica alla ricerca sul cancro. E alla prevenzione, diagnosi e cura dei tumori. La ricerca scientifica è integrata all’assistenza. Con un approccio alle malattie neoplastiche caratterizzato dall’integrazione. Tra prevenzione primaria e secondaria. Cura e ricerca. Al centro c’è il il rispetto della dignità della persona umana. Nel complesso degli aspetti biologici, psicofisici e relazionali. A garanzia della continuità delle cure. Dell’integrazione degli operatori e dei servizi. E di un utilizzo appropriato ed equo delle risorse.
Tutto questo è reso possibile dal regolamento aziendale. Cioè dalle regole che disciplinano l’istituto delle “ferie e dei riposi solidali”. Approvato il 30 aprile scorso. Proprio alla vigilia della festa dei lavoratori. E rivolto a tutto il personale in servizio nelle diverse sedi dello Iov-Ircss. Cioè medici. Infermieri. Ricercatori. Amministrativi. Operatori di supporto. Finora sono state donate e depositate ben 1.834 ore di ferie. Comprensive del gesto di alcuni “benefattori” che le donarono subito. Fin dall’atto di costituzione della speciale “banca”.
“Per alcuni l’estate è un periodo particolarmente difficile per il fisiologico allentarsi delle reti di supporto. E tanto più il Ferragosto, solitamente sinonimo di relax e divertimento. Penso a quanti si trovano a prendersi cura di un figlio in condizioni di fragilità di salute. Ecco dunque il bellissimo gesto di questi nostri dipendenti- commenta il direttore generale dello Iov-Ircss, Patrizia Benini.
Aggiunge la responsabile dell’istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. “Non solo un simile gesto va incontro generosamente a queste esigenze. Ma consente che il tempo si trasformi in vicinanza. Condivisione. Compagnia. Donando la risorsa più preziosa nella vita di ciascuno di noi: appunto il tempo. Le 561 ore donate d’estate sono altrettanti ‘semi’. Piantati nel terreno fertile della generosità“.
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