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Il Natale dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo. Intervista a Gaid Yoannis Lahzi

Non distogliere il nostro sguardo dal povero che ci chiede aiuto, dalle persone che fuggono dalle guerre, dai migranti che in cerca di una vita migliore scappano dal loro Paese per raggiungere l’Europa ma che perdono la vita in mare. Il senso del vero Natale per monsignor Gaid Yoannis Lahzi è questo: aprire le nostre porte a Gesù che nasce ancora per noi. Come fare? Non usare le nostre sofferenze come scusa per non preoccuparci di chi ci è accanto.

Il concerto di solidarietà

Monsignor Gaid, presidente dell’associazione Bambino Gesù del Cairo Onlus, intervistato da Interris.it racconta l’evento benefico che si è svolto il 20 dicembre a Roma, nella Chiesa di Sant’Ignazio di Loyola, e spiega quali sono i veri valori e sentimenti a cui far spazio nel nostro cuore in questo Santo Natale.

L’inizio dei lavori per l’ospedale Bambino Gesù del Cairo, in Egitto (agosto 2020)

Monsignor Gaid, come Associazione Bambino Gesù del Cairo, lo scorso 20 dicembre, avete organizzato un concerto di solidarietà. Può raccontarci come è andata?

“E’ stato davvero un bellissimo evento. La Banda del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco è stata davvero eccezionale; la Soprano Minji Kang, di origini coreane, ci ha regalato emozioni intense. Hanno partecipato tantissime persone, circa 500-600, tra autorità civili ed ecclesiastiche. Ci ha onorato della sua presenza il cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, che ci ha fatto i suoi auguri per il Santo Natale; il cardinale Angelo Becciu; Sua Eccellenza Fabio Fabene, Segretario del Dicastero delle cause dei santi; monsignor Fabian Pedacchio, ex segretario personale di Papa Francesco. Prima del concerto abbiamo trasmesso un video per raccontare la vita dell’Associazione Bambino Gesù del Cairo, successivamente c’è stato l’intervento del Prefetto di Modena, Pierluigi Faloni, consigliere del presidente dell’Associazione BAmbino Gesù del Cairo. Ho preso la parola anche io per ringraziare tutti i presenti e tutti coloro che hanno collaborato all’organizzazione e alla buona riuscita di questo evento, ma anche per ricordare che il Natale è la festa in cui Dio si è fatto bambino. E’ il giorno in cui ci invita a tornare piccoli, ma soprattutto ci chiede di pensare ai bambini bisognosi”.

Il concerto, oltre a un momento di condivisione con amici, soci e donatori, è stato occasione per raccogliere fondi per proseguire nella costruzione dell’Ospedale pediatrico “Women’s and Children’s Hospital” e della Casa di accoglienza “Oasi della Pietà”. A che punto è la realizzazione di queste due strutture?

“Procede nel migliore dei modi. Nel corso della serata abbiamo avuto occasione di mostrare la prima foto, scattata nell’agosto 2020, dove si poteva vedere solo una fossa di circa sette metri, e l’ultima foto dove appare un palazzo di cinque piani. Fra poco inaugureremo il primo piano, quindi abbiamo potuto mostrare anche le stanze. E’ stato emozionante vedere quanto lavoro è stato fatto in questo periodo, due anni molto difficili anche a causa della pandemia”.

Attualmente, qual è la situazione delle persone e dei bambini in Egitto? 

“Spesso siamo portati a pensare solo ai nostri guai, alle difficoltà che stiamo vivendo, lamentandoci di tutto. Ancora più spesso questo ci impedisce di pensare a quanti si trovavno in condizioni più drammatiche delle nostre già prima della pandemia, della guerra e dell’aumento dei prezzi. Se la vita o la situazione attuale ci causano delle sofferenze, non dimentichiamo a chi si trovava già nella povertà, a quanti vivono per strada. Il rischio è di essere meno generosi, più egoisti. Il modo migliore di vivere il Natale è quello di aiutare gli altri”.

Eccellenza, a quali valori e sentimenti dovremmo fare spazio nella nostra casa e nel nostro cuore in questo Natale? 

“Ai sentimenti che ci porta Gesù con la sua nascita. Dio si fa uomo per stare con noi, per essere l’Emmanuele, per portare su di sé i nostri peccati. Il modo migliore di vivere il Natale, il compleanno di Cristo, è quello di condividere il valore che Gesù ci insegna: lui che è nato al freddo e al gelo, dovrebbe spingerci a pensare a quei fratelli che non hanno una casa e dormono per strada; Lui che è nato povero ci invita a non girare lo sguardo quando quell’uomo o quella donna che ci passano accanto non hanno di che vivere; Lui ci insegna la solidarietà e la condivisione. Ancora oggi Cristo cerca una casa, ma trova tante porte chiuse, lo vediamo in tante persone che fuggono dalle guerre, ma vengono respinte ai confini dei nostri Paesi. Vediamo Cristo in tutti quei migranti che perdono la vita nel mare. Sono situazioni attuali, non di duemila anni fa, situazioni che dobbiamo affrontare e non far finta di non vedere”.

La struttura quasi completa dell’ospedale Bambino Gesù del Cairo (2022)
Manuela Petrini

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